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Luis Alberto, solo 13′ in campo: tutti i perché di una stagione (fin qui) anonima

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Nei piani di Lotito Tare, Luis Alberto avrebbe dovuto colmare il vuoto lasciato da Antonio Candreva, ma purtroppo così non è stato. ‘Colpa’ di Felipe Anderson, ormai un punto fermo sulla destra dello scacchiere di Inzaghi: esterno, tornante, ala, il brasiliano va dove lo porta il modulo del tecnico, che ora si gode la sua duttilità. A spese proprio dello spagnolo arrivato quest’estate dal Liverpool, che per ora ha collezionato appena 13 minuti in campo, per la precisione quelli finali contro il Milan, in una partita ormai senza più storia visto lo 0-2 a favore dei rossoneri.

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Sul perché di questo scarso impiego, l’impressione è che il giocatore sia ancora indietro con la forma rispetto ai compagni. Uno status che prosegue dal suo arrivo a Roma quest’estate, quando già era apparso in condizioni non proprio ottimali a causa degli ultimi allenamenti sostenuti con il Liverpool. Adesso piano piano sta procedendo sulla via del recupero, ma non gli sarà facile scalare le gerarchie, che, al momento gli pongono davanti, oltre a Felipe, anche Cristiano Lombardi. Il quale svolge il ruolo di esterno seguendo alla perfezione i dettami di Inzaghi e dunque rende difficile sia per il ‘collega’ spagnolo che per Kishna trovare spazio. A meno che l’ex Liverpool non sfrutti la sua duttilità offensiva per giocare come seconda punta in un 3-5-2 o come trequartista in 4-2-3-1. Ma, a prescindere da questi dettagli tattici, Luis Alberto dovrà prima di tutto recuperare fiato: perché gliene servirà tanto per correre il più lontano possibile da una stagione anonima.

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