Ieri pomeriggio, allo Stadio Olimpico, abbiamo assistito ad un match incredibile. La Lazio ha surclassato per almeno 70 minuti il Bologna: 18 calci d’angolo a 0, 22 occasioni da gol, due legni, ma… il pari è giunto solamente al 97esimo grazie ad un rigore, forse dubbio, realizzato da Ciro Immobile. Ciò che è stato notato sia dagli addetti ai lavori che dai tifosi, è la grande condizione atletica dei biancocelesti, una squadra che ha corso per 98 minuti. Nonostante l’assenza di Biglia, che è stata penalizzante per la manovra del gioco, la Lazio è riuscita in altri modi a creare palle gol. Il cinismo questa volta, a differenza del match contro l’Udinese, ha tradito gli attaccanti laziali. Immobile e, soprattutto, Milinkovic, hanno sprecato l’impossibile.
Ma cosa ci ha detto veramente questo Lazio – Bologna? Purtroppo sono emersi anche delle note negative. Nel momento in cui venivano lette le panchine, il tifoso della Lazio ha avuto un brivido lungo la schiena. La panchina biancoceleste era così composta: Strakosha, Vargic, Prce, Wallace, Vinicius, Murgia, Cataldi, Leitner, Minala, Lombardi, Luis Alberto, Djordjevic. Ciò ha messo in seria difficoltà il mister che, al 75esimo, per poter cambiare le sorti del match, si è dovuto affidare a Luis Alberto, subentrato al posto di Milinkovic. Balza agli occhi la mancanza di valide alternative soprattutto nel reparto offensivo. Djordjevic è ormai un “caso disperato“, Luis Alberto è un “oggetto sconosciuto” e al giovane Lombardi non può essere chiesto di risolvere le partite da solo. Un peccato che, probabilmente, potrà far perdere punti preziosi lungo la strada alla compagine capitolina. In un campionato dove le big steccano più del dovuto, sarebbe ottima cosa investire durante il calciomercato invernale, per aumentare il tasso tecnico della panchina e, allo stesso tempo, consegnare delle valide alternative ad Inzaghi. Una “coperta corta” che, se non si interviene come si deve, potrebbe segnare in negativo la stagione biancoceleste.
Marco Corsini