Ai microfoni di ‘Laziofamily’, Marco Nervi, nipote di Pier Luigi e Antonio Nervi, è tornato a parlare del progetto di riqualificazione dello stadio Flaminio: “Deve essere considerata un’opportunità, non un problema, e non portarla a termine sarebbe una sconfitta per tutti. Purtroppo lo stadio non è in buone condizioni, non so dirvi in quanto tempo ma c’è il rischio che possa crollare. Ho partecipato a diverse riunioni in merito, l’ultima prima dell’estate, alla presenza degli assessori del Commissario Tronca, prima che venisse eletto il nuovo sindaco. I vari tecnici del Comune avevano identificato una serie di interventi e quelli più urgenti, che riguardavano solamente il consolidamento, ammontavano a circa 6 milioni di euro. Al momento ancora non è stato deciso nulla, ma l’opera è comunque tutelata, protetta dalla legge perché di interesse culturale, quindi per definizione ogni intervento va fatto con cautela. Inoltre ci sono dei vincoli perché l’impianto ha un valore storico, culturale e tecnico, legato ai Giochi del 1960, e perché fu realizzata da Pier Luigi Nervi e dal figlio Antonio con soluzioni tecniche particolari. Per legge c’è ancora il diritto d’autore, valido per 70 anni dalla morte dell’autore, per cui, siccome nonno è morto nel 1979, la famiglia Nervi mantiene questo diritto fino al 2049”.
E sulla possibilità che un giorno diventi lo stadio della Lazio, Nervi conclude: “Sarebbe bello, ma, è molto difficile aumentarne la capienza senza sfigurarlo dal punto di vista architettonico. Non so se si possa scavare come accadde a Firenze nel 1990, quando il livello dello stadio di abbassato per ricavare un altro anello. Non so se si possa fare, perché apparentemente il Flaminio sorgerebbe sopra una necropoli romana o etrusca. Come ho affermato, l’unico progetto di ampliamento di cui si è discusso in questi anni è stato quello proposto dalla Federazione Italiana Rugby. Ci sarebbero poi da affrontare i nodi relativi ai parcheggi e alla copertura, per i quali andrebbero trovate delle soluzioni adeguate”.