Grande esperto di calcio e di Nazionale, ex colonna di Bologna, Torino e Fiorentina, Eraldo Pecci è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air” per commentare la sofferta vittoria dell’Italia in Macedonia, segnata soprattutto dalla doppietta del centravanti della Lazio Ciro Immobile, che ha salvato il commissario tecnico Ventura da polemiche pesantissime.
Macedonia-Italia è stata decisa da Immobile, ma gli azzurri non hanno convinto: “La Nazionale è figlia di questo campionato, la scarsa qualità si riflette sul livello della selezione azzurra. Riuscire comunque a rimediare il risultato sia contro la Spagna sia contro la Macedonia non cambia la valutazione generale. Contro gli iberici loro giocavano e noi guardavamo e bisogna abituarsi per il momento a non essere più una Nazionale top”.
Immobile sembra tornato quello di due anni fa. Quanto può essere importante questo giocatore per la Lazio e per la Nazionale? “Un calciatore che ha già vinto la classifica dei cannonieri in Serie A porta con sé credenziali importantissime. E’ un giocatore che riesce a dare profondità alla squadra, si fa sempre vedere dai compagni e mi è sempre piaciuto moltissimo. In chiave azzurra trovo interessantissima la coppia formata con Belotti, si integrano molto bene e potrebbe essere il tandem offensivo del futuro per l’Italia”.
Domenica prossima, contro il Bologna, che partita sarà per la Lazio? “Al momento vedo la Lazio favorita, anche per il gioco espresso a Udine, ma in quel match ho visto anche demeriti degli avversari. Il Bologna è una squadra che va presa con le molle, a me sembra maggiormente predisposta a giocare meglio in trasferta, anche se al momento ha fatto più punti in casa. Sarà una partita molto combattuta, ne sono abbastanza certo”.
Su Inzaghi e Donadoni: “Il tecnico laziale lo conosco poco, ma mi sembra molto scrupoloso, capace di preparare bene le partite e non lasciare nulla al caso. Donadoni lo si conosce meglio, ma come dicevo prima ritengo che la differenza la facciano sempre i calciatori”.