Ci sarà anche lui questa sera per la partita ‘Uniti per la pace’ voluta dal suo connazionale papa Francesco. Intercettato al suo arrivo nella Capitale dai microfoni dei giornalisti presenti, l’ex bomber laziale Hernan Crespo ha rivelato le sue emozioni alla vigilia dell’evento: “Che effetto mi farà tornare all’Olimpico? Ve lo dico domani! (ride, ndr). Vengo spesso a Roma, perché mia moglie è romana. Rivedrò Veron, Maradona e tanti altri. Certo, correremo un po’ meno rispetto agli anni scorsi, ma conta solo divertirci e contribuire a qualcosa di grande”.
Immancabile qualche parola sulla Lazio: “Biglia? Lo conosco da tanto tempo e non sono sorpreso da quello che sta facendo. Purtroppo il suo problema è complicato, un infortunio fastidioso in cui dovrà evitare di ricadere. Nonostante le difficoltà ambientali, la squadra sta facendo bene con Inzaghi. Il materiale c’è, quindi dobbiamo solo aspettare”. Uno sguardo poi al passato, a quei grandi campioni che, smessi gli scarpini, hanno intrapreso la carriera da allenatori, proprio come lui: “La nostra generazione è diversa da questa. Noi già da piccoli mangiavano pane e pallone, ci divertivamo a giocare a calcio per tutto il giorno e ci fermavamo solo per studiare. Oggi invece i ragazzi hanno più distrazioni, che tendono a diminuire la qualità dei singoli giocatori. Con la Lazio ho vinto poco? Probabilmente sì e di questo mi rammarico molto, anche se è difficile vincere a Roma. Quella Lazio poi è durata poco per le difficoltà avute dalla famiglia Cragnotti. Io sono arrivato quasi alla fine di quel percorso e forse sarebbe stato tutto diverso se Dalmat non avesse messo la palla sotto l’incrocio (in Lazio-Inter del 2001, giocata sul neutro di Bari ndr), ma non lo sapremo mai. I problemi furono però nei primi mesi, perché con Eriksson perdemmo tanti punti, forse anche perché la squadra era un po’ appagata per lo scudetto dell’anno prima”. Da un bomber di ieri a quelli di oggi: “Dopo che me ne sono andato alla Lazio è però arrivato Klose, che ha dato tanto ai biancocelesti, e ora c’è Immobile che è forte. Paragoni però non ne voglio fare, perché, a parte che ognuno ha la propria storia, ma poi sono nato in un paese in cui se eri mancino si pensava subito a Maradona“. Infine, sul proprio futuro: “Sto valutando delle opportunità all’estero, ma più in là sarebbe bello sedere sulla panchina della Lazio, è uno dei miei obiettivi personali. Fare l’allenatore in Serie A è il massimo“.