E’ una delle voci storiche tra i giornalisti di fede rossonera. Tiziano Crudeli è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air“, per dire la sua alla vigilia della sfida che vedrà impegnata la Lazio, martedì sera, nell’anticipo del turno infrasettimanale di Serie A, proprio sul campo del Milan.
Che partita potrà essere quella di domani sera? “Mi aspetto una buona partita visto che entrambe le squadre sono reduci da due belle vittorie anche sul piano del gioco. Rispetto alla pessima partita contro l’Udinese, il Milan a Genova ha fatto un salto di qualità, anche se ha evidenziato dei limiti dei quali la Lazio potrebbe approfittare“.
Bacca giocherà dal primo minuto? “Io farei giocare il colombiano in coppia con Lapadula, ma mi rendo conto che in questo momento il Milan non può prescindere dalla presenza di Suso e Niang. Bacca va sicuramente sfruttato creando spazi, altrimenti rischia di non toccare palla per novanta minuti. Se supportato dalla squadra può fare sicuramente la differenza“.
Si parla molto dei facoltosi imprenditori cinesi arrivati a Milano. Qual è il clima in città in questo momento? “A mio avviso è emblematico il dato degli abbonamenti: solo 12.000, una cifra irrisoria anche rispetto all’anno scorso in cui furono 20.000. C’è una disaffezione nei confronti della società poiché si avverte la necessità di trovare qualcuno in grado di investire e rilanciare il club. Senza un progetto che porti nuova linfa non si può andare da nessuna parte“.
La partita di domani sera sarà fondamentale per lanciare le due squadre in questa stagione? “Sicuramente potrà mettere in luce se Milan o Lazio potranno davvero puntare alle posizioni nobili della classifica, fermo restando che vedo la Juventus ancora di un’altra categoria“.
Cosa manca alla Lazio per puntare davvero in alto? “La continuità di rendimento e questo vale anche per il Milan. Inutile far bene per un paio di partite se poi si cade sistematicamente nel momento in cui bisogna dimostrare di essere costanti. Il Milan spesso commette errori a centrocampo e in difesa che non gli permettono di compiere il vero salto di qualità“.
Su Keita: “Secondo me è un ottimo giocatore, ma ritorniamo al discorso di sempre. Quando si punta su un giovane bisogna avere il coraggio di farlo giocare e non pretendere che possa fare la differenza in tutte le partite. Spesso anche il Milan inserisce nel proprio organico dei giovani ai quali però non vengono offerte possibilità adeguate, magari perché si trovano a sbagliare una singola partita. Keita in prospettiva è in grado di fare la differenza, ma bisogna saperlo aspettare anche quando magari non è in condizioni ottimali“.
In molti dicono che al Milan manca un vero playmaker e spesso si è accostato ai colori rossoneri il nome di Lucas Biglia. Cosa si pensa a Milano dell’argentino? “Nel ruolo che generalmente occupa Biglia non ci sono in circolazione molti giocatori interessanti. Al Milan c’è Montolivo che a volte, essendo eccessivamente compassato, si trova a restare fuori dal gioco. Sono giocatori dotati di classe, ma non veloci esecutori. La squadra deve correre per loro e permettergli di esprimersi anche a ritmi più bassi“.
Qual è in questo momento il punto debole del Milan? “Il centrocampo. Dalla metà campo in su il Milan ha degli eccellenti giocatori e in difesa ha un elemento come Romagnoli che, pur pagando lo scotto dell’inesperienza, è estremamente interessante. Avrebbe bisogno di un Nesta al suo fianco che possa dare qualità ed esperienza, così come servirebbe il Pirlo della situazione a centrocampo per rilanciare il Milan“.
Qual è il giocatore più temibile della Lazio? “Credo che non ci sia un calciatore in particolare. La Lazio è una squadra che va presa senz’altro con le molle, servirà il Milan visto a Genova anche se contro la Samp non sono mancati gli errori in determinate fasi della partita“.
In Europa quanta strada possono fare le squadre italiane? “Al momento il nostro calcio sconta nette differenze con quello del resto d’Europa. Per essere competitivi non si può prescindere dal ritmo e dall’intensità messi in campo. C’è il Manchester City che sa abbinare la tecnica e l’organizzazione del gioco all’aggressività e al pressing. Se non hai questi requisiti non si riesce ad emergere. Eravamo tutti convinti che la Juventus con i nuovi acquisti potesse rivaleggiare con le grandi, invece le ultime partite hanno detto che i bianconeri hanno delle lacune. Soprattutto quando si fanno scelte non azzeccate, come lasciare Higuain in partita contro l’Inter o prendere Pjanic per farlo giocare playmaker basso proprio contro i nerazzurri. Conta molto l’allenatore in questo senso, l’organizzazione che si riesce a dare ad una squadra e al momento, in questo aspetto, le squadre italiane sono ancora carenti in Europa“.
Da tifoso del Milan qual è il ricordo che ti fa battere più il cuore? “Un momento esaltante ripreso dai social, che mi ha consentito anche di fare un contratto pubblicitario triennale con una società inglese. Sono stato anche a Wembley per recitare uno spot. Si tratta del gol di Seedorf che permise, a sei minuti dalla fine, di vincere 3-2 un derby che il Milan stava perdendo 0-2“.
In rossonero hanno giocato alcuni dei campioni più rappresentativi della storia del calcio. A quale sei rimasto più legato? “Sicuramente Ricardino Kakà. Lui è stato il mio grande amore calcistico. Anche Shevchenko che mi ha però deluso sul piano umano. Per noi milanisti calcisticamente era una sorta di Dio in terra e invece è stata una delusione vederlo baciare la maglia del Chelsea una settimana dopo aver lasciato il Milan. Bisogna saper distinguere il calciatore dall’uomo. Alcuni sono grandi sul primo piano, ma possono dimostrarsi piccoli sul secondo e viceversa“