Da doppio ex di Lazio e Udinese, Raffaele Sergio è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air” per parlare della sfida di sabato sera che vedrà impegnati i biancocelesti di Simone Inzaghi alla Dacia Arena in Friuli. Udinese-Lazio è una partita strategicamente molto importante per la Lazio: “Sarà una partita complicata per la Lazio, che si troverà di fronte un avversario ben organizzato, che non ha trovato però ancora la quadratura del cerchio. In un inizio di stagione complesso la Lazio ha comunque trovato un buon rendimento. Non sarà facile far risultato a Udine, ma riuscirci aiuterebbe ancor di più la squadra dal punto di vista del morale”.
Gli infortuni tengono banco in casa Lazio. Saranno i giovani che salveranno Inzaghi dall’emergenza? “Sicuramente i ragazzi vanno fatti giocare per permettere loro di crescere. Ce ne sono molti di valore in giro, il problema è avere coraggio. Personalmente se all’epoca non avessi avuto Carlo Regalia e Beppe Materazzi che hanno creduto in me prendendomi dal Mantova, non ce l’avrei fatta. Noi valorizziamo molto ciò che viene dall’estero e sottovalutiamo i prodotti del calcio italiano. Strakosha ha dimostrato di poter giocare in Serie A, pur avendo esordito quasi per caso. Bisogna avere coraggio e fiducia nei giovani”.
Può essere Cataldi il sostituto a centrocampo di Lucas Biglia? “In futuro, con applicazione e voglia di fare, oltre alla consapevolezza di questo ruolo che non è il suo, perché Cataldi è una mezzala sinistra, può sicuramente farcela. Anche a Cataldi serve fiducia, col tempo può calarsi nel ruolo, ma non deve essere subito messo da parte al primo errore”. Su Simone Inzaghi: “L’anno scorso quando ha preso le redini della Lazio in mano ha avuto subito un approccio ottimo coi calciatori, giocandosi bene la carta del dialogo. La sua Lazio è ancora un cantiere aperto, ma mi sembra che si sia calato bene nella situazione, mi offre l’impressione di avere personalità e soprattutto di essere capace di regalare equilibrio alla squadra e all’ambiente. Così come per i calciatori, ci vuole fiducia per i tecnici italiani. Quella del centro tecnico di Coverciano è stata un’invenzione ammirata in tutto il mondo, credo sia giusto valorizzare i tecnici nostrani che sono apprezzati a livello internazionale, come si è visto ad esempio in Inghilterra”.
Quale può essere il modulo ideale per la Lazio per valorizzare le qualità degli esterni, come ad esempio Lukaku? “Vedo il belga più adatto a giocare in un 4-3-3, perché nell’attuale 3-5-2 ha bisogno di più tempo per capire i movimenti e calarsi nella realtà del modulo. Nella difesa a quattro può trovarsi più a suo agio e partire in campo conoscendo già i meccanismi dello schema, mentre nel centrocampo a cinque l’esterno deve essere praticamente un’ala. Inzaghi sa che Lukaku ha bisogno di tempo e aspetta per inserirlo”. La difesa della Lazio sembra essere quest’anno finalmente all’altezza: “La Lazio può contare su centrali di qualità, pur essendo tutti calciatori giovani. Bastos è un giocatore di grande temperamento. La società ha scelto bene i nuovi interpreti, ma soprattutto ha recuperato un giocatore come De Vrij che può essere il leader della difesa per molti anni”.
L’attacco sembra invece essere diventato più leggero, anche a causa della mancata sostituzione di Candreva. Con gli interpreti attuali, meglio le tre punte o altre soluzioni? “Come dicevo prima credo che la Lazio in questo momento sia ancora un cantiere aperto, con Inzaghi che non ha ancora trovato un equilibrio tattico e sta facendo delle valutazioni generali. Io vedo bene la squadra con il 4-3-3, bisogna capire in questo momento quali sono gli equilibri di squadra e soprattutto come sostituire un giocatore come Biglia, perso per superficialità, ma ormai out fino a dicembre, per cui va sostituito ora e senza indugi. Al momento la Lazio mi sembra avere più problemi a metà campo che in attacco”.
Su Keita e i suoi alti e bassi d’inizio stagione: “La vicenda Keita è abbastanza particolare. Si tratta di un ragazzo che si è messo lui dalla parte del torto, perché qualsiasi siano le questioni in ballo non si può non presentarsi in ritiro. Dall’esterno è difficile dare un giudizio, ma non bisogna venire meno agli obblighi contrattuali. Poi sono stati bravi i dirigenti della Lazio, in particolare Peruzzi, a recuperare questa situazione, ma al momento in campo il calciatore mi sembra ancora al 50% delle sue possibilità“.