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Paglia: “Inzaghi confuso in panchina, i cambi di modulo non mi convincono”. E sul nuovo medico sociale…

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Da quando Bielsa ha detto no, sono diventato decisamente depresso per la condizione della Lazio. Credo sinceramente che Lotito volesse portarlo a Roma per cambiare lo situazione, ma poi, a causa delle condizioni poste da Bielsa, difficili da accettare, l’epilogo è stato quello che conosciamo”. Esordisce così Guido Paglia ai microfoni di Radiosei, durante la trasmissione Buongiorno Capitano.

Il direttore de L’Ultima Ribattuta ha poi speso qualche parola su Simone Inzaghi: “Gli voglio bene, quando arrivò alla Lazio da giocatore andai io a prenderlo perché Manzini non poteva. In panchina lo vedo un po’ sbalestrato, questi cambi di modulo non mi convincono. Certe cose da allenatore della Primavera non le avrebbe mai fatte, spero che Peruzzi gli dia una mano in tal senso. In una difesa a cinque non puoi assolutamente mettere Anderson a fare il terzino”. Una situazione non delle migliori, insomma, con i tifosi delusi da una squadra lontana, almeno in apparenza, dai grandi obiettivi: “La Lazio dovrebbe essere in Champions come il Napoli, tra le prime tre/cinque della classifica, mentre ora è tra quinto e decimo posto. Come si colmano i gap economici dalle big? Wilson, che ha vinto lo scudetto, lo sa bene. Ci vuole agonismo, gioco di squadra che può sopperire il divario tecnico, come ha fatto Di Francesco al Sassuolo, che schiera scarti altrui come Biondini. Di nuovo in Champions dopo Pioli? Ripeto, vedo Inzaghi confuso e non sono ottimista. Poi, vista la condizione economica della Lazio, non prevedo novità a gennaio”. Sul mercato estivo: “Per la difesa gli do 6, per il centrocampo senza Candreva invece 4, con Immobile arriviamo a cinque. Gli infortuni? Troppi, spero che il preparatore che Inzaghi si è portato dalla Primavera, il professor Ripert, non adotti lo stesso metodo per i giovani e per i giocatori già fatti come quelli che militano in serie A. Noi con Cragnotti investimmo tanto sul settore sanitario, impegno massiccio perché sapevamo quanto era importante avere giocatori in salute anche per vincere e recuperare gli sforzi profusi. Infine, passare da Lovati ad un responsabile medico tifoso della Roma è una cosa che mi fa girare le scatole”.

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