Dario Marcolin si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di fantagazzetta.com.
Tanti i temi toccati dall’ex difensore della Lazio attuale commentatore di Fox Sport, a partire dalla prima emozione, lo Scudetto vinto con l’aquila sul petto: “È stato un episodio emozionante, perché non è stata una vittoria normale, ma vissuta con ansia. Nel frattempo si giocava Perugia-Juventus: gli umbri erano già salvi, per cui, considerata anche la posta in palio, era impossibile pensare che i bianconeri avrebbero perso. Noi vincemmo 3-0 con la Reggina, poi ci fu un’attesa surreale per via del ritardo causato dal nubifragio su Perugia. L’ansia era ancora più grande perché allora non c’erano radioline, tv, cellulari, nulla. A un certo punto un nostro dirigente diede un calcio alla porta degli spogliatoi dove attendevamo ed entrò urlando: “E’ finita!!!”. Corremmo subito sul campo a festeggiare: un’emozione fantastica“.
CRAGNOTTI, FAVALLI E ZEMAN
Poi sulla squadra del cuore: “La Lazio e il presidente Cragnotti, sicuramente. Come compagno dico Giuseppe Favalli, che conoscevo già dai tempi della Cremonese. Siamo entrambi bresciani, abbiamo un legame speciale e ancora oggi ci vediamo spesso a Roma. Per quanto riguarda l’allenatore, scelgo Zeman per la fase offensiva. Quando passò dal Foggia alla Lazio si percepì subito che, da quel punto di vista, aveva portato in Serie A qualcosa di nuovo”.
Un unico rimpianto per Marcolin: “Rimpiango di non aver mai giocato nella Nazionale A. Ho fatto tutte le trafile delle giovanili, mi è mancata soltanto quella. Oggi il calcio è diverso, i giocatori vengono fatti ruotare di più, per cui arrivano più facilmente a giocare in azzurro. All’epoca di Italia ’90 e Usa ’94, invece, c’erano tanti punti fermi ed era più complicato entrare in un meccanismo già collaudato, basato oltretutto su nomi di altissimo livello“.
Infine, qualche consiglio per il…fantacalcio: “A Milano non ci sarà, ma per il resto della stagione mi sento di dire Lucas Biglia. Come Barzagli è uno di quei giocatori che non tradiscono mai. Il suo rendimento è sempre elevato, è il classico elemento di sostanza e qualità che ogni allenatore vorrebbe“.
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