Sono passati due anni da quando Cristian Ledesma ha lasciato la Capitale, ma il legame tra la Lazio e l’argentino è ormai indissolubile. Come confermano le sue parole: “Continuo a seguire la Lazio con affetto. Ero a Roma il week end in cui si giocava Lazio-Juventus e ad un certo punto ho chiesto a mia figlia se le andava di andare allo stadio. Lei non ci ha pensato un attimo. Mi sono emozionato. Era la prima volta che tornavo all’Olimpico. Ho visto la gara contro la Juventus. Mi ha fatto una buona impressione, soprattutto pensando che si giocava contro una squadra quasi imbattibile”.
ESULTANZA DELL’AQUILA E CATALDI
Con il Panathinaikos ha subito lasciato il segno. In Europa League ha segnato un goal importante e poi ha festeggiando mimando il volo dell’aquila. A Radio Incontro Olympia, Ledesma spiega il motivo di quell’esultanza: “Era una promessa fatta a Sandro, un ragazzo della curva nord e ai miei figli. La continuazione di un sentimento che sentiamo nostro”. Su Cataldi e la sua mancata esplosione. “Su Danilo hanno sbagliato lo scorso anno società e allenatore. Doveva essere un loro interesse quello di dargli spazio e farlo consacrare, ma si è fatto tutto il contrario. Io società, se voglio puntare su un mio prodotto del vivaio, dopo che l’ho mandato un anno in prestito e l’ho riportato a Roma, gli concedo sempre più spazio. Non vado a comprare un altro giovane, spendendo 10 milioni, che gioca in quel ruolo. E lo stesso allenatore non lo ha fatto sentire parte del progetto. Regista? Per me non ha le caratteristiche per farlo per 30 partite. In caso di emergenza, in caso di assenza del titolare sì, ma non per un intero campionato. Non è il suo ruolo naturale”.
KEITA E DJORDJEVIC
Da Cataldi a Keita. “Non me la sento di dare un consiglio a Keita perchè non so bene cosa sia successo: se ci sono stati comportamenti sbagliati, promesse non mantenute. L’unica cosa che so per certo è che aveva un contratto, doveva presentarsi e non lo ha fatto. Quindi ha la percentuale più grande di responsabilità. Come si risolve la questione? Parlando chiaro, mettendosi faccia a faccia e dicendosi tutto: tra calciatori, dirigenti e allenatore”. Su Djordjevic. “Quando è arrivato aveva mostrato potenzialità enormi. Poi si è infortunato in maniera seria e da li non è stato più lui: ha perso sicurezza e probabilmente anche l’ambiente non lo aiuta. So benissimo come funziona a Roma e quando hai la piazza contro non è facile riprendersi. Ma io sono sicuro che si tratta di un buon giocatore”. Chiusura dedicata alla Lazio di oggi. “Fa parte del gruppone che si gioca l’Europa. Immobile è un ottimo acquisto. L’ho visto con la Juventus muoversi tanto e aiutare la squadra. Lui come Rocchi? Tommaso come movimenti era ineguagliabile, ma anche Immobile attacca lo spazio e vede benissimo la porta. Come mi sarei trovato con lui? Credo bene. Mi sarebbe piaciuto molto, soprattutto perché voleva dire giocare ancora con la nostra Lazio”.