Era da tanto che non si vedeva un giocatore biancoceleste ospite in una trasmissione televisiva e finalmente ieri sera c’è stata una piacevole novità: Ciro Immobile, infatti, è stato l’illustre ospite della “Domenica Sportiva”. Il centravanti di Torre Annunziata ha risposto ad alcune domande provenienti dallo studio. La prima è su questo Time-out o cooling-break che da questa stagione interrompe le partite quando in campo le temperature superano i 30°. L’ex Torino va controcorrente e non si mostra non favorevole a questa nuova regola: “Non penso che serva a molto: oggi a Verona faceva molto caldo… Un minuto non basta, penso sia meglio giocare di sera. Durante il corso delle partite, ci sono parecchi momenti morti, sfruttabili per bere e risparmiare quindi tempo. Ribadisco quindi di trovarla una novità inutile“. L’attenzione si è poi spostata sul match giocato oggi all’Olimpico tra Roma e Sampdoria, vinto dai giallorossi in extremis con un rigore segnato da Totti che ha fatto molto discutere: “Il rigore? Non mi sembra molto fallo. Dzeko è molto più grosso di me e si lascia cadere in quel modo…”.
I SUOI MISTER – “A quale tecnico sono legato? A tutti perché ho avuto la fortuna di avere grandi allenatori. Sono partito con il primo Conte, ho avuto la sua esperienza, ora invece ho Inzaghi che è uno che ha tanta voglia di crescere. Penso che abbia trovato il gruppo giusto, insieme possiamo fare delle belle cose. Poi naturalmente non dimentico né Zeman, né Ventura. Quest’ultimo è quello che mi ha fatto diventare ciò che sono. Ferrara? Mi prese a Sorrento, mi fece esordire in Under 21, però l’ho avuto per troppo poco tempo”.
LA NAZIONALE – “Conte e Ventura si somigliano da un punto di vista tattico, hanno idee simili. Dal punto di vista caratteriale sono diversissimi: diciamo che Ventura qualche volta si arrabbia, Conte invece qualche volta lo puoi trovare calmo. Ventura è stato un maestro per me, mi ha lanciato nel grande calcio.
I GOL – Il mio gol più bello? Quello contro la Roma all’Olimpico con il sinistro al volo. Il più brutto? Per gli attaccanti basta che la palla entri, non fa differenza”.
L’ESTERO – “La vera esperienza negativa è stata in Spagna, ho avuto solo la soddisfazione di segnare al Real Madrid. In Germania non ho fatto benissimo ma comunque ho realizzato 4 reti in Champions. C’erano diversi problemi in squadra, era difficile per i tedeschi, figuriamoci per me”.