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Danilo Cataldi, un anno per spiccare definitivamente il volo

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ovanta minuti con la Nazionale Under 21, della quale è ormai un leader consolidato. All’andata era stato un suo gol a permettere all’Italia di ottenere un punto d’oro, con gli avversari peraltro a segno con Sergej Milinkovic-Savic. Stavolta non ha segnato, con l’Italia che ha compiuto comunque un passo avanti importante verso Euro2017. Ma sono stati soprattutto i laziali a seguire con attenzione i passi di un centrocampista che sembra avere tutto per diventare una bandiera.

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Ssssh, diciamola a bassa voce quella parola, che alla Lazio c’è sempre qualcosa che impedisce ai giocatori più rappresentativi, anche quelli che hanno fatto la storia, di fare percorso netto in biancoceleste nella loro carriera. Ma Cataldi c’è, c’è anche quest’anno e l’ha dimostrato andando a segno subito, a Bergamo. Anche se finora Simone Inzaghi è stato abbastanza chiaro con l’ex gioiello della Primavera laziale, ormai alla terza stagione in prima squadra: si parte dalle retrovie, con Parolo, Biglia e Lulic favoriti a prescindere dal modulo. Per Cataldi (e anche per Milinkovic-Savic, quante analogie tra i due) la partenza è in salita.

L’anno scorso Cataldi ha sofferto per colpe non sue. O non solo sue, prigioniero di un equivoco tattico che a vent’anni può mandarti in tilt la carriera. Poi qualche interferenza di troppo, dovuta sempre ai vent’anni, e nelle ultime partite di campionato si vedeva che non ci credeva più molto, si capiva quanto volesse ricominciare da zero quest’anno. Se per un’artista il secondo album è sempre il più difficile, per un calciatore è la seconda stagione, dopo l’emozione dell’esordio, a nascondere le maggiori insidie.

Ma si era già visto, sotto le Tre Cime di Lavaredo in ritiro, che quest’anno Danilo Cataldi non voleva solo riprendersi solo il suo posto della Lazio. Voleva prendersi proprio LA Lazio: più maturo, più leader, più disposto ad ascoltare compagni di squadra ed allenatore, ma anche a farsi ascoltare. E pur non partendo titolare, Inzaghi sembra averlo inquadrato meglio in mezzo al campo. Se la Lazio non ha ancora il vice-Biglia e forse mai l’avrà, di sicuro non sarà lui a doversi sacrificare.

Danilo Cataldi, l0 avevamo scritto l’anno scorso, non un capitan futuro qualsiasi ma un futuro capitano: un sogno, una speranza di chi vuole una Lazio di laziali e una Lazio ai laziali: le ombre di un anno fa andranno dissipate con pazienza, ma l’azzurro della Nazionale ha lanciato un segnale chiaro, di un Cataldi pronto a riprendersi tutto quello che è suo.

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