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Bonatti: “Io non faccio distinzioni, con me gioca chi merita”

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Le parole di Filippo Cardelli hanno procurato un vespaio nel mondo del calcio attirando sull’argomento denunciato dal giovane calciatore le attenzioni e i commenti di diversi addetti ai lavori. Tra i tanti non poteva mancare il commento di Andrea Bonatti, il nuovo tecnico della Primavera biancoceleste, che intervendo ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 ha spiegato il suo pensiero:

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“Sono contento per questo inizio, i ragazzi stanno dimostrando di voler seguire i miei dettami, il mio modo di concepire l’agonismo in maniera attiva. Dobbiamo proseguire su questa strada, sappiamo di avere dei limiti ma dobbiamo essere desiderosi di migliorare. Io parlo sempre in faccia, posso sbagliare ma sono sempre diretto. Non posso esprimere un giudizio su episodi e situazioni che non ho vissuto in prima persona ma che riguardano gestioni precedenti. Io sono responsabile di ciò che succede durante la mia gestione. Questo l’ho detto anche ai ragazzi. Nella scelta dei giocatori da mandare in campo io non faccio distinzione di età, nazionalità o precedenti calcistici, per me quello che conta è la meritocrazia in campo. Le parole di Filippo mi hanno amareggiato. Sono convinto che potrà prendersi delle soddisfazioni ma mi ha deluso, anche per le tempistiche di mercato, perché lo ha comunicato dopo, tardi sia per noi che per i compagni che hanno fatto tanti sacrifici. Lui era l’unico difensore centrale di ruolo in organico. Io credo in tutti, nessuno escluso, quindi per tempistica e comportamento ha sbagliato, mi dispiace che non abbia capito le condizioni dei ragazzi. Io sono dell’idea che gli alibi sono per i deboli, bisogna essere consapevoli delle difficoltà che si incontrano ma devono trasformarsi in uno sprono per migliorarsi. Del resto ci sono tante strade per arrivare a un risultato positivo, se in squadra c’è una mancanza in organico, ci devono essere maggior impegno e sacrificio da parte di tutti. In organico avevamo due difensori centrali di ruolo, se uno di questi manca andiamo in difficoltà. Ma va anche detto che abbiamo provato a guardarci intorno ma non mi interessa integrare l’organico per essere numericamente a posto, voglio solo ragazzi pronti a impegnarsi. Penso che una squadra debba rispecchiare le caratteristiche di chi la guida. Non si può pensare di essere più forti dell’avversario per tutto l’incontro, ma bisogna saper soffrire ed essere bravi nell’approfittare dei punti deboli dell’avversario. La mia squadra deve essere propositiva e saper mantenere un giusto equilibrio sul terreno di gioco. Il compito di chi guida una squadra Primavera è quello di creare giocatori pronti per la squadra maggiore, il sistema di gioco è in funzione di quello della prima squadra. Se i grandi giocano con il 4-3-3 dovremo adattarci a quel tipo di gioco. I ragazzi devono essere sempre preparati nel caso dovesse giungere una chiamata, come già successo, in prima squadra. Con Inzaghi si può parlare di calcio. E’ ancora molto vicino ai ragazzi, c’è un certo legame tra loro e mi ha dato delle indicazioni. Il mio ruolo è quello di essere a disposizione del tecnico della prima squadra. Questo credo sia il modo giusto per allenare in un’azienda dove i ruoli sono ben definiti. Sono anche io che pretendo molto da me stesso, le pressioni me le creo da solo perchè so dove voglio arrivare. Non ho bisogno che siano gli altri a fissarmi un obiettivo perché me lo creo da solo. Ho molta esperienza, la pressione in Primavera è relativa. Mi sento pronto e affronto questa nuova avventura con tanto entusiasmo.  Non bisogna crearsi false aspettative ma essere oggettivi quando si parla di anno del riscatto. Nell’organico che mi è stato messo a disposizione ci sono molti giocatori che arrivano dagli Allievi Nazionali, che l’anno scorso sono arrivati noni. I ’98, a parte Folorunsho, hanno giocato poco. Ovvio che si parte da un’asticella alta ma arrivare a dire che questo è l’anno del riscatto, per di più con un girone modificato e con difficoltà oggettive, mi sembra eccessivo e crea eccessive pressioni ai ragazzi. Contro il Perugia voglio vedere una squadra che giochi in modo intelligente, i ragazzi devono essere propositivi e pronti a sacrificarsi. Fattori campo, prima giornata… sono tutti alibi inutili”. 

 

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