Con o senza guantoni, c’è solo una parola che può essere associata permanentemente ad Angelo Peruzzi: rassicurante. Una garanzia per i suoi compagni quando difendeva i pali della porta biancoceleste, un’altrettanta garanzia tutt’ora per lo spogliatoio di Simone Inzaghi. E’ stato uno dei portieri più forti che il calcio italiano possa ricordare, chissà come sarebbe andata se il destino non avesse deciso di intervenire in modo determinante: “Ero un “10” ma un giorno l’insegnante chiese alla classe chi sapeva toccare la traversa. E lì la mia vita cambiò…”. Benedetta maestra.
Una vita alla Juventus, ma anche Peruzzi ha notato come “di Lazio ci si ammala inguaribilmente“: “Io amo questa società, la squadra, i tifosi. Ho giocato sette anni con questa maglia, una squadra fortissima che non ha vinto quanto avrebbe dovuto. Oggi lavoro per fare il bene di questi colori. Il mio primo tifo è per il calcio”. Questo un estratto delle sue parole riportate da Il Corriere dello Sport“. Un grande portiere e un grande uomo. Ora è pronto a mettersi in gioco con gli stessi colori di un tempo. I guantoni non ci sono più, la voglia è però la stessa.