Chi segue il calcio sa che non esiste una pausa nemmeno in estate. I club si attivano nel calciomercato, tra acquisti e cessioni, campagne abbonamenti e sfide amichevoli. Si preparano tournée, si affrontano squadre di blasone per testare la preparazione e l’ambizione della squadra, si cerca di espandere il marchio del club stesso cercando nuove frontiere di marketing e nuovi sponsor che possano aumentare il capitale della società. Tutti, o quasi, i maggiori club, ma anche di media fascia, di ogni campionato europeo, attuano tale strategia. Ma, come tutti sanno, vige la regola dell’eccezione.
UN’ECCEZIONE CHIAMATA LAZIO – Come spesso accade ultimamente, è sempre la Lazio ad essere differente dagli altri club. Dall’avvento di Lotito, la società biancoceleste, non ha saputo mai approfittare della stagione estiva per espandere e far conoscere il marchio Lazio. Una costante che ha portato “l’aquila” a svalutarsi, a non avere più appeal, a non ricevere più richieste di tournée o partecipazioni ad importanti trofei estivi contro top club. Anche quest’anno le amichevoli allestite per la squadra guidata da Simone Inzaghi, hanno avuto come rivali squadre sconosciute e/o di categorie inferiori. Brasile Soccer Team, Padova, Spal, Brighton, non citando la rappresentativa di Auronzo che, come primo test stagionale, può benissimo starci.
PERCHE’ QUESTA ESCLUSIONE? – Bisognerebbe capire il motivo del perchè ci si ostina ad isolarsi sulle Tre Cime di Lavaredo e non, abbinare un tournèe estera che possa garantire soldi e visibilità. Eppure durante l’era cragnottiana non era così. Basta ricordare il torneo di Amstedam, con Ajax, Arsenal e Barcellona. La consueta sfida del Trofeo Herrera contro il Deportivo La Coruna. Le toruneè in terra inglese e tedesca. La famosissima Umbro Cup negli anni 90. Tutte sfide appassionanti, che permettevano di conoscere subito il reale valore della squadra, oltre a far conoscere la LAZIO al di fuori dei confini Nazionali.
ZERO VISIBILITA’, ZERO INTROITI – Ora, probabilmente è troppo tardi per mettersi sui livelli delle altre squadre che da anni sono impegnate nelle tournée internazionali. Juventus, Milan, Inter e Roma su tutte riescono a vendere bene il loro marchio, grazie anche ai vari agganci oltre oceano e verso Dubai e il Sol Levante. Ed è proprio da quest’ultimo che la Lazio dovrebbe iniziare. Le sfide in Supercoppa a Pechino hanno dimostrato che la società biancoceleste è amata dal popolo cinese, che rappresenta un business importante a livello calcistico, di visibilità e, soprattutto di introiti. Volere è potere: ci si augura che, dopo la rivoluzione all’interno della società nel settore della comunicazione, avvenga anche un cambio nel settore del marketing. Solo così la Lazio potrà riuscire ad avere introiti importanti per allestire una squadra di valore che possa competere con le altre big della Serie A. Piccole innovazioni, per grandi soddisfazioni.
Marco Corsini