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La testimonianza di Antonio “Poppy” Sbardella sul terremoto di Amatrice

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AntonioPoppySbardella, figlio di Antonio storico dirigente della Lazio ed ex arbitro, è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia dove, avendo vissuto in prima persona il tremendo dramma del terremoto, ha raccontato la sua terribile esperienza:

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“Mi trovavo con tutta la mia famiglia nella mia casa di Preta, una piccola frazione di Amatrice. Un’esperienza terribile, non ci sono parole. E’ incredibile quello che è successo, non riesco neanche ad accendere la televisione e a guardare le immagini. Una situazione assurda nella quale ho perso tanti amici. Erano le 3 e 36, siamo saltati dal letto. Una sensazione strana, è stato come sentire una forza soprannaturale spingere dal basso. Intorno tutto ha iniziato a cadere, i vetri sono andati in frantumi, ho visto rompersi anche il bellissimo quadro della notte del centenario della Lazio. Io e le mie figlie siamo stati fortunati ad esserci salvati, siamo subito riusciti a uscire. Insieme ad altri abitanti abbiamo coordinato subito i soccorsi, portando tutti nella parte bassa e alta del paese e lasciando libero il centro. La scossa ci ha colpito di notte a tradimento, poi con la seconda abbiamo visto venire giù i muri. Una mia amica ha visto la sua casa venire giù mentre usciva dal portone. Alessandro, mio cugino, è salvo per miracolo, è stato estratto dalle macerie da una famiglia di volontari arrivati da L’Aquila. Mentre passavano nei pressi hanno sentito le urla di aiuto e si sono attivati per salvarlo e lo hanno portato in ospedale. All’ora di pranzo sono rientrato a Roma ma tornerò subito, non so neanche io il perchè, o forse sì. Ho lasciato il mio cuore in quel posto. Lui è rimasto ad Amatrice anche se ora purtroppo Amatrice non c’è più. Una cittadina che vive di turismo è completamente sparita, oramai è solo un paese fantasma. Amatrice, in parte, è fortunata. Spero che la gestione della ricostruzione possa rappresentare un riscatto anche per come è stata gestita la situazione a L’Aquila, dove purtroppo è ancora tutto in alto mare. Amatrice è un marchio internazionale, domenica prossima ci sarebbe dovuta essere la sagra annuale dell’Amatriciana che tutti conoscono nel mondo. Sarebbe una cosa assurda parlare di questo piatto con una città che non esiste più. Dopo quello che è successo ho ricevuto due telefonate che voglio rendere pubbliche perchè mi hanno riempito il cuore, Beppe Favalli e Bernardo Corradi. Mi hanno fatto un incredibile piacere”.

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