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A Bergamo lanciate le maglie?

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Ci siamo. Manca poco. Oggi è lunedì ma nessuno ci fa caso. Il Ferragosto 2016 sta per concludersi, ma noi appassionati siamo qui – anche oggi –  a pensare al nostro unico grande amore, la Lazio. Qualcuno ora si sarà già appisolato per la pennichella più estiva della stagione, magari dopo aver mangiato il pollo coi peperoni oppure un bel piatto a base di pesce. Gli irriducibili saranno invece in spiaggia gustandosi questo strepitoso sole d’agosto, magari sorseggiando una bella birra ghiacciata. E poi c’è chi, come il sottoscritto, sta facendo il turno di lavoro nel giorno meno indicato dell’anno :(

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In nostro aiuto però è giusto ricordare un aforisma di Confucio che più o meno recitava così “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita”. Ecco allora spiegata la bellezza di scrivere raccontando il proprio punto di vista anche negli orari e nei giorni più impensabili.

A dir la verità, ancor prima di noi, alle 18:00 di sabato, scenderanno in campo Roma e Udinese e a seguire i campioni d’Italia della Juventus affronteranno la Fiorentina.

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a nostra Lazio giocherà in notturna alle 20:45 e calcolando che tantissimi saranno in ferie, non è difficile immaginare che chi si presenterà a Bergamo meriterà una menzione speciale. Ricordo molto bene, quando lo scorso anno a Bergamo, dopo novanta minuti di pioggia ininterrotta e sconfitti per 2-1, i giocatori della Lazio non fecero nemmeno un saluto ai circa 150 tifosi presenti, zuppi come non mai. Si giocava di mercoledì e guarda caso era il 28 ottobre. Quella scena fu di una freddezza unica, sintomo di superficialità e di un menefreghismo ahimè consueto di questi dodici anni.

Una maglietta lanciata sugli spalti è qualcosa di fantastico, soprattutto in trasferta. Un segno di coesione e riconoscenza della squadra verso chi non la lascia mai sola. 10, 100, 1000 maglie lanciate al settore ospiti costano quanto un contratto a un giovane della Primavera, ma producendo un valore che nemmeno conoscono i nostri responsabili del marketing. La storia che c’è una norma che lo vieta è un’altra bufala creata ad arte. Ecco la nota del regolamento federale: Il codice di giustizia sportivo, titolo I bis “norme di comportamento”, art. 12 “prevenzione di fatti violenti” al comma 8 recita: Ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori durante le gare e/o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che, in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana. 

Quindi al di là del risultato finale che arriverà dallo Stadio Atleti Azzurri di Bergamo, c’è un aspetto ancora ben più grande e importante su cui bisogna lavorare. Quello di dire grazie a chi affronterà una trasferta difficilissima solo per amore verso la Lazio. Lecito quindi riproporre un’usanza positiva del nostro calcio. Lanciare le maglie al settore ospiti, non è violenza ma rispetto, non deve essere un atto obbligato ma spontaneo. Non deve essere routine ma è gradito farlo con una certa frequenza, in base poi ai tanti aspetti che circoscrivono il match in questione. Acciuffare la maglia in trasferta è un elemento magico. Un gesto simbolico che cementifica le parti in causa. Cordialmente

Davide Sperati

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