In merito alla questione “Fiera di Roma” il Campidoglio potrebbe essere commissariato. Un rischio notevole dopo la mancata decisione del Comune sulla delibera per la vendita della vecchia struttura sulla Cristoforo Colombo. Il tempo è scaduto: infatti, il mese concesso dal Tar (il 22 giugno) per esprimere il parere è scaduto sabato (23 luglio) e l’agenzia Dire ha immediatamente presentato ai giudici un Giudizio di ottemperanza per dare esecuzione all’ordinanza a cui il Campidoglio finora non ha prestato adempimento. La richiesta, presentata come urgente, potrebbe portare alla decisione di nominare un commissario ad acta per permettere di proseguire l’iter della delibera approvata un anno fa dall’Assemblea capitolina. L’arrivo del commissario garantirebbe un’esecuzione coatta dell’ordinanza, sostituendo il Comune di Roma nelle sue funzioni. La delibera, che deve essere trasmessa alla Regione Lazio e poi di nuovo in Campidoglio per la ratifica finale, rappresenta per Fiera Roma l’ultima possibilità di salvarsi dal fallimento. È infatti alla valorizzazione dei capannoni sulla Colombo che è legato il pagamento dei debiti che Fiera ha nei confronti di Unicredit e dei fornitori, ai quali deve presentare un piano di rientro entro novembre prossimo. È questa infatti la data decisa dal Tribunale fallimentare, a cui Fiera Roma ha presentato domanda di concordato preventivo, prorogata più di una volta proprio per la mancata approvazione della delibera. L’arrivo del commissario ad acta sostituirebbe dunque il Campidoglio nei suoi compiti sul passaggio in Regione della delibera, ferma a Palazzo Senatorio dopo la decisione del commissario straordinario, Francesco Paolo Tronca, di non far proseguire l’iter del testo, considerandolo un atto politico fuori dall’ordinaria amministrazione. Da lì, la decisione di Investimenti spa di andare alle vie legali, nonostante il Campidoglio sia da sempre uno dei soci di Fiera Roma.