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Quella di Tare un’ammissione di colpa ma paga solo la Lazio

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Alla fine non si sa se è meglio ridere o piangere. La Lazio ci ha messo due mesi per annunciare il suo nuovo allenatore, che poi tanto nuovo non è dato che alla fine è magicamente rispuntato Simone Inzaghi.

Nulla da biasimargli, quanti di noi al suo posto avrebbero rifiutato? Anche perché se avesse detto no alla Lazio, pensate che Lotito gli avrebbe permesso di allenare la Salernitana? Una volta saltato Bielsa Inzaghi era l’unica e probabilmente la migliore soluzione possibile. Nessun altro allenatore esperto avrebbe deciso di prendersi la responsabilità di gestire una squadra di cui lista convocati e obiettivi di mercato era stata decisa da un altro allenatore.

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TARE SAPEVA DELL’AUT-AUT DI BIELSA

Detto questo, torniamo a due giorni fa, alla conferenza stampa di Tare in cui ha spiegato la sua versione dei fatti sulla questione Bielsa. In realtà quello che ha detto il dirigente albanese, non è stato altro che un’ammissione di colpa. Ma sì, analizzate bene il tutto. Tare ha rivelato che nelle lettere che Bielsa continuava a mandare dall’Argentina, pretendeva 4 acquisti da prendere entro il 5 luglio. Quindi, pur volendo credere all’avvocato Gentile che sul contratto questa clausola di mercato non ci fosse – ma anche qui è tutto da verificare perché in conferenza il legale biancoceleste ha letto 30 righe di contratto a fronte di 30 pagine – Tare e Lotito sapevano bene quali erano le condizioni imposte dall’allenatore. Allora perché affermano che il 7 luglio sono rimasti esterrefatti quando hanno appreso che Bielsa non sarebbe venuto a Roma? I dubbi su Bielsa c’erano e ci sono sempre stati, non a caso Inzaghi non era stato ufficializzato nonostante fosse d’accordo con la Salernitana già da metà giugno.

MISTER L’ARAGOSTA E’ FINITA, SE FAMO DU SPAGHI?

Tare ha poi svelato i 4 acquisti richiesti da Bielsa, ovvero: Mannana, Morel, Llorente (non Fernando, ma un omonimo sconosciuto 22enne) e Rodrigo Caio. Guarda caso, tutti questi giocatori, per un motivo o per l’altro, sono saltati, ma in compenso Tare aveva in pugno il suo connazionale Ajeti ed era vicinissimo a chiudere per Valencia. In parole povere gli unici due giocatori che il Loco non aveva chiesto ma che Tare aveva inserito nella lista degli acquisti. Ok, ammettiamo pure che Tare avesse avuto il placet da Bielsa a prendere quei giocatori, è normale che poi il tecnico argentino si sia inalberato nel notare che “casualmente” andavano in porto soltanto i nomi segnalati dal ds. E’ come se al ristorante ordinate l’aragosta e il cameriere poi vi porta gli spaghetti dal giorno prima. Voi li mangereste? Così come Bielsa non si è mangiato le motivazioni che gli ha dato Tare. D’altronde non aveva mica chiesto Ibrahimovic, Messi, Iniesta e Ronaldo. Erano 4 giocatori assolutamente alla portata della Lazio e che nessuno di questi sia venuto fa pensare.

ALTRO CHE PAPERO, QUI E’ PAPERISSIMA

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato a una “discussione accesa” (per usare le parole di Tare) tra Bielsa e il direttore sportivo della Lazio è stato il mancato arrivo di Pato. “Prendilo a ogni costo” aveva imposto il Loco e il dirigente albanese si era subito messo all’opera con l’agente del papero. Parliamo di un giocatore in rotta col club, che pochi giorni prima il presidente del Corinthias aveva definito un cattivo affare. Insomma, Tare non solo non l’ha convinto a lasciare il Corinthias, ma addirittura l’ha convinto a restare altri 5 mesi. Roba da grosse risate (o forse no). “Mi spiace ma resto in Brasile per motivi familiari”, avrebbe detto l’ex attaccante del Milan. Scommettiamo che a gennaio lo vedremo incredibilmente tornare in Europa?

REJA DOCET

D’altronde non è la prima volta che l’allenatore della Lazio chiede un giocatore e il ds gliene porta un altro. Torniamo indietro col tempo, a gennaio del 2012. La Lazio ha chiuso il 2011 al quarto posto a -4 punti dalla capolista Juventus. La squadra è a pezzi, ha molti infortunati tra cui Marchetti, Mauri e Brocchi. In più la società decide inspiegabilmente di vendere Cissè. Reja chiede due rinforzi titolari, uno a centrocampo e uno in attacco: più precisamente chiede Guarin e Nilmar. Il primo va a finire all’Inter dopo un mese di trattative con la Lazio, e anche Nilmar non arriverà mai, ma al suo posto arriva Alfaro. Reja venuto a sapere che l’agente di Candreva è all’Ata hotel in cerca di una squadra, lo segnala a Tare che lo prende in prestito. Cosa vi ricorda? Cinque anni fa come oggi. Tare ha sempre deciso di testa sua, andando spesso contro le richieste dell’allenatore. In questo caso, senza dover spiattellare ai 4 venti quanto avvenuto, sarebbe bastato che chiedesse scusa. “Mi spiace, non sono stato all’altezza del mio ruolo, Mi dimetto”, avrebbe dovuto dire. Ma così sarebbe stato troppo facile, meglio prendersela con l’allenatore sottolineando che il suo soprannome non è casuale. E intanto alla Lazio cambiano allenatori e giocatori, tutti pagano fallimenti di cui non sono pienamente responsabili. Tutti tranne Tare, unico sempre saldo al timone nonostante il bilancio dell’ultimo decennio sia prevalentemente negativo.

Fabrizio Piepoli

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