Per parlare dell’avventura degli azzurri a Euro 2016 Il Messaggero ha intervistato Alessandro Nesta. L’ex biancoceleste ha elogiato il lavoro di Conte e toccato altri vari argomenti.
Sugli azzurri: “Per arrivare ai quarti Conte ha fatto un vero e proprio miracolo. Ha lavorato su un gruppo giovane riuscendo a trasferirgli una grande mentalità. Certo, il blocco juventino lo ha aiutato molto ma ha comunque fatto un ottimo lavoro. È stato anche sfortunato, gli stop di Candreva e De Rossi lo hanno penalizzato. Forse se avesse avuto altri due o tre uomini come Marchisio e Verratti il finale sarebbe stato diverso”.
Sui rigori: “Anche i più forti li sbagliano. E’ successo a Baggio, a Baresi, ora anche a Messi. Se calci cento volte dal dischetto in allenamento fai sempre rete, ma tirarli in una partita di questo livello è tutta un’altra storia. In occasioni particolari come può essere una manifestazione così importante conta molto l’esperienza e la capacità di reggere alla pressione”.
Su Bielsa: “È un grande tecnico, uno Zeman argentino. Gioca in maniera molto offensiva: in genere applica il 3-3-4, fa lavorare e correre tanto. In Sudamerica è un idolo. Dovesse venisse a lavorare in Italia farebbe bene e ci sarebbe sicuramente da divertirsi”.
Su un suo rientro in Italia: “Non ci penso proprio, sto benissimo dove mi trovo. Il Miami è una squadra nata da poco, c’è molto lavoro da fare. Ora c’è la campagna acquisti. Sto bene in questa città, e stanno bene anche mia moglie e i miei tre figli”.
I giocatori italiani nel calcio americano: “I giovani italiani che hanno ambizioni restano a giocare in Italia o in Europa. In America vorrebbero venire i più anziani ma vogliono troppi soldi e poco lavoro. Ma anche qui i giocatori corrono e bisogna avere il fisico per tenergli dietro. Altrimenti giocherei anche io”.
Sul suo ritiro da calciatore: “Quando nel 2014 ho smesso avevo 38 anni. Totti ne ha 40? Io a sua differenza ho subito dieci operazioni per infortuni. E inoltre anche i ruoli sono diversi. Chi gioca davanti nel corso di una gara può prendersi delle pause ma un difensore no. E’ l’attaccante avversario che decide le pause del difensore. Se giochi contro un ragazzino che scatta in continuazione non ce la fai. Sono contento di avere smesso e di avere questa opportunità di allenare il Miami“.
Le differenze tra l’Italia e Miami: “Le cose con gli anni sono cambiate. Una volta l’Italia era il massimo e qui si stava peggio ma ora la situazione si è capovolta. Qui si vive molto meglio”.