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CULTURA – Morto il Nobel per la Pace Elie Wiesel

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Sopravvissuto ad Auschwitz ed eloquente testimone della tragedia di sei milioni di ebrei sterminati dal nazismo è morto ieri nella sua casa di Manhattan all’età di 87 anni il Nobel per la Pace Eliezer “EliE” Wiesel.

Fu uno dei testimoni del dramma della Shoah. Cinquantasette libri, conferenze, reportage, due lavori teatrali e due cantate che nel 1986 gli valsero il Nobel per la Pace. Alla fine della guerra i sopravvissuti sotto trauma e gli ebrei americani, pieni di sensi di colpa, erano chiusi nel loro silenzio e secondo il New York Times fu proprio Wiesel con i suoi scritti a far emergere l’enormità del genocidio. Tra i primi ad esprimere cordoglio è stato il premier israeliano Benyamin Netanyahu: “Ha dato espressione alla vittoria dello spirito umano sulla crudeltà e il diavolo”.

Eliezer Elie Wiesel nacque nel 1928 nella città rumena di Sighet in una famiglia hassidica, la cui vita venne sconvolta nel 1940 quando l’Ungheria annesse la città e costrinse gli ebrei a chiudersi nel ghetto. Elie, prima di esser trasferito in altri campi verso la fine della guerra, finì per otto mesi assieme al padre nel campo di lavoro di Buna Werke, un sotto-lager di Auschwitz. Si rivelò agli occhi del mondo per la prima volta nel 1960 quando la sua autobiografia “Notte” venne tradotta in inglese. Elie aveva scritto dei suoi sensi di colpa per essere sopravvissuto e dei dubbi che lo tormentavano su un Dio che aveva permesso tutto quel massacro. I suoi libri scavavano sulle grandi questioni emerse dall’Olocausto: il senso della vita in un universo che ha permesso qualcosa di così crudele. E che senso può avere un mondo che è rimasto muto di fronte a tutto quell’orrore? Come si può continuare a credere? Tante domande ma pochissime risposte.

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