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Corapi: “Con i giocatori biancocelesti ho ancora contatti quotidiani. E che soddisfazione Miro…”

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Il nome di Sandro Corapi per i tifosi biancocelesti è associato in modo particolare a quello di Vladimir Petkovic, l’allenatore che permise alla Lazio di conquistare la Coppa Italia del 2013 battendo in finale i rivali cittadini grazie al gol di Lulic. Corapi in quell’occasione si rivelò fondamentale nell’avvicinamento a una delle partite più sentite dalle due tifoserie capitoline degli ultimi anni. Il mental coach rimase sempre a fianco della squadra, sostenendola e diventando una figura di riferimento importante per tanti giocatori dello spogliatoio biancoceleste.

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Quali sono dopo tanto tempo i suoi rapporti con i giocatori biancocelesti che frequentò a Formello? “Con molti di loro ho ancora rapporti. Quelli con Antonio Candreva e Hernanes sono pubblici, con loro i contatti sono quasi quotidiani. Con altri ho avuto un rapporto privato. Mi ha fatto piacere salutare in privato un grande campione sia a livello sportivo che soprattutto umano come Miro Klose. Dopo aver lasciato la Lazio mi ha invitato a prendere un caffè a casa sua. Un bel segnale di riconoscenza e stima reciproca”.

Quale impatto può avere un allenatore straniero come Petkovic e ora Bielsa in uno spogliatoio di Serie A? “Il calcio deve rinnovarsi. Una squadra ha bisogno di novità. Un allenatore di un altro paese porta una nuova cultura di gioco, crea curiosità e stimoli superiori nei giocatori stessi. Di conseguenza si sentono più motivati. La nuova scossa deve essere incanalata in modo idoneo per far rendere al massimo ogni singola componente del gruppo. Ottimizzare le novità tecniche, organizzative e motivazionali dipenderà dalla bravura del tecnico. Petkovic lavora molto sulla psicologia dei calciatori. Ci siamo sentiti spesso per parlare di alcuni aspetti delle partite, ha una grande apertura mentale, indice di grande maturazione personale e professionale. Non mi stupirei di rivederlo presto in Italia“.

Quali sono le differenze di preparazione tra una squadra di club come la Lazio e quella di una Nazionale? “In squadre di club c’è più tempo per lavorare dato che in genere si ha un anno a disposizione. Mentre per preparare una competizione come gli Europei il tempo è minore, dato che la preparazione delle partite è più ravvicinata. In quest’ultimo caso si lavora più sulle strategie di gruppo”.

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