Dopo il terremoto scatenato da Bielsa ieri, che in una lettera ha spiegato i motivi per cui ha detto no alla Lazio dopo, è il momento della risposta della Lazio che ha indetto una conferenza stampa. Il direttore sportivo Igli Tare ha detto la sua versione dei fatti. Di seguito la conferenza completa:
Perché si è scelto di puntare su Bielsa pur non avendo la forza per prenderlo?
“Tutto è iniziato i primi di giugno quando ho iniziato a cercare i contatti di Bielsa. Ricevetti quindi una telefonata in cui mi venne chiesto se la Lazio fosse realmente interessata a prendere Bielsa e mi venne confermata la disponibilità dell’allenatore di venire alla Lazio. Il tecnico venne a Roma e lo incontrai di domenica, doveva restare fino al lunedì ma poi decise di prolungare la sua permanenza. In quei giorni gli fu spiegato tutto sul mondo Lazio, la storia del club, i risultati degli ultimi anni etc. Questo per fornirgli tutte le informazioni per permettergli di fare una scelta. Dopo 3 giorni a Roma, ci lasciammo con la promessa di risentirci dopo che lui ne avrebbe parlato con la sua famiglia. In quei 3 giorni io e il segretario Calveri siamo sempre stati in sua compagnia, e spesso era presente anche il presidente Lotito. Abbiamo toccato tutti i punti per instaurare una collaborazione duratura: gli proponemmo un contratto lungo ma lui rifiutò, così come rifiutò anche il contratto di un anno + un altro anno legato ai risultati. Lui accettava soltanto un contratto di un anno con la promessa che in caso di un nostro buon lavoro avrebbe rinnovato. Raggiunto questo accordo, dopo l’ok della sua famiglia, il nostro segretario andò a Rosario per fargli firmare il contratto”.
E’ vero che Bielsa cambiava continuamente idea sulla scelta dei giocatori?
“Quando ci siamo incontrati lui aveva un dossier molto ampio. Mi disse che aveva visto 5 partite di ogni giocatore della Lazio e che conosceva molto bene anche la Primavera. Questo mi colpì perché dimostrava la sua professionalità. A Roma parlammo anche degli obiettivi di mercato e lui mi disse di sì a prendere Jardel e Adriano. Stilammo un programma di lavoro su quali acquisti fare, che comprendevano un difensore centrale, un terzino, un’ala in caso di partenza di Candreva – che come sapete vuole andare via – e una prima punta titolare. Aveva espresso dei dubbi su alcuni giocatori presenti in rosa ma avevamo concordato di dare una possibilità a questi ragazzi nel ritiro di Auronzo. Gli avevamo promesso che a fine luglio, in caso di ulteriori richieste, la Lazio l’avrebbe accontentato. Quando poi è tornato in Argentina ha messo in dubbio l’acquisto di Jardel, di Adriano e del difensore centrale Ajeti, da me propostogli e che lui aveva acconsentito a prendere. In primo luogo mi aveva dato un’opinione positiva poi però mi disse che non era più convinto. Nei vari contatti telefonici gli abbiamo ribadito la nostra volontà di accontentare le sue esigenze. Lui voleva Diego Llorente difensore del Real Madrid la scorsa stagione in prestito al Rayo Vallecano. Suggeriva di prenderlo con la formula del prestito secco, avevamo raggiunto l’accordo col Real sulla base di 500mila euro per il prestito. C’era però una clausola messa dal club spagnolo: il giocatore doveva giocare l’80% di partite altrimenti il costo del prestito sarebbe raddoppiato e la Lazio non avrebbe potuto più riscattarlo. Ciò nonostante, pur di accontentare Bielsa avevamo accettato queste condizioni. Il giocatore però ha espresso il desiderio di rimanere in Spagna. Lo stesso dicasi per Mammana del River Plate. Il giorno prima che andasse al Lione, Bielsa mi assicurò che il giocatore sarebbe venuto alla Lazio. Intavolammo subito una trattativa, cercando di convincerlo a venire nonostante il prezzo alto di 8 mln. Diedi la possibilità a Bielsa di parlare col vice presidente del River Plate, che lo avvertì che il giocatore aveva già firmato con il Lione. Il terzo suo desiderio era Morel del Lione, è un terzino sinistro ma che Bielsa considera un difensore centrale. Questo giocatore voleva venire alla Lazio e il club voleva accontentarlo ma due giorni fa il Lione ci ha detto che il giocatore è incedibile. Il quarto giocatore chiesto da Bielsa è Rodrigo Caio, giocatore che io già seguivo da due anni. Con Bielsa eravamo d’accordo sull’approfondire questo argomento più in là perché il giocatore era impegnato nella Libertadores e dopo aveva le Olimpiadi col Brasile in quanto capitano. Avevamo concordato insieme Beausejour come alternativa ad Adriano più un altro giocatore visionato nell’Europeo che stiamo ancora trattando, pertanto non posso dire il suo nome. Abbiamo bloccato questo giocatore nel caso Candreva venga venduto. Sia questo giocatore, sia Valencia, non li ha chiesti Bielsa ma siamo noi ad averglieli proposti. Valencia vuole venire ma c’è una tempistica da rispettare che non dipende dalla Lazio. Abbiamo concordato questi giocatori con Bielsa ancor prima che firmasse. Personalmente ho parlato più volte con lui ribadendogli che tra di noi l’importante era che ci fosse sincerità e trasparenza. Avevamo anche un accordo che in caso dopo Auronzo avesse chiesto ulteriori garanzie sul mercato, gli avremmo messo a disposizione un budget pari a una cifra di 30 mln di euro”.
Dietro la scelta di Bielsa c’è la nazionale argentina?
“Non posso dire queste cose, non voglio speculare. Io gli ho detto che la società voleva dare un segnale forte. L’ultima volta che ci ho parlato gli ho detto che la cosa più brutta di tutte è che la gente lo aspettava a Roma mentre lui ancora stava in Argentina a farmi telefonate per parlare di cose già concordate settimane prima. Abbiamo iniziato un percorso che doveva terminare il 30 agosto, lui voleva 27 giocatori in ritiro. Avevamo tenuto Bisevac e Gentiletti fuori da questa lista perché lui aveva chiesto la loro cessione. La prossima settimana sarebbero dovuti arrivare due acquisti uno dei due era Valencia. Venerdì sera ricevo da lui una telefonata in cui mi chiedeva di acquisire Pato. Gli ho confermato il mio pensiero che è un giocatore di qualità ma che ha avuto diversi problemi negli anni, che si sono visti anche nei suoi 6 mesi al Chelsea. Lui mi ha detto che avrei dovuto fare di tutto per portarlo a Roma. Ho parlato con l’agente di Pato mercoledì sera a Roma, in cui ho proposto al giocatore un contratto di 4 anni con un importante ingaggio, vicino a quello di Klose. Pato ci aveva detto che avrebbe parlato con la famiglia. Il suo agente ci ha assicurato che non aveva ricevuta nessuna proposta in Europa come la nostra. Il giorno dopo ho parlato personalmente con Pato e mi ha detto che voleva rispettare il suo contratto fino al 30 dicembre col Corinthias e per motivi personali non voleva lasciare il Brasile”.
Quali sono le 18 cessioni menzionate da Bielsa nella lettera?
“Eravamo d’accordo che chi voleva andare via l’avremmo lasciato partire. Bielsa aveva chiesto garanzie di non cessione su due giocatori, ovvero Keita e Biglia”.
Limite temporali sul mercato?
“Nelle lettere che ci ha mandava pretendeva di avere questi 4 acquisti entro il 5 luglio. Lui ha avuto la possibilità come nessun altro allenatore prima, di partecipare personalmente alle trattative. Due degli acquisti richiesti erano possibili ad agosto, mentre Pato, Valencia e un altro giocatore li avrei dovuti prendere entro il 5 luglio. Io gli ho detto che avevo le garanzie sia dei giocatori sia dei club. Gli avevo detto di venire il 5 luglio a Roma per spiegarli come era strutturato questa settimana. La sua assenza ha messo in difficoltà il lavoro di tutti. Lui aveva detto che in oltre 30 anni di carriera non aveva mai conosciuto una società e una dirigenza così rispettosa e intenta a soddisfarlo in tutto e per tutto. Credevo che dato che il rapporto che si era creato con lui tutto andasse tutto per il meglio. Dall’esterno non lo capivo, ma adesso che ho avuto modo di stare con lui ho capito perché lo chiamano il Loco”.
Avete commesso errori?
“In questo cammino fatto insieme, in queste prime settimane, ho conosciuto una persona eccezionale e molto preparata che avrebbe dato un segnale molto forte a tutto il calcio italiano. Gli ho spiegato cosa significa lavorare a Roma, che le difficoltà fanno parte del gioco, ma gli obiettivi posti erano tutti in essere tranne qualche obiettivo rifiutato da lui”.
Ci sono state frizioni con Bielsa?
“No, fin dall’inizio ero consapevole di ciò che comportava l’arrivo di Bielsa alla Lazio. Io sono a disposizione della Lazio, non è questione che Igli Tare avrebbe perso il potere sulle decisioni di mercato. C’è sempre stato uno scambio di opinioni molto sincero tra di noi”.
L’idea Bielsa è tua o del presidente? Darai le dimissioni dopo quanto accaduto?
“So dove si vuole andare a parare perciò preferisco non rispondere”.
Su cosa riparte il mercato della Lazio? Si prenderanno lo stesso i giocatori chiesti dall’allenatore?
“Gli accordi fatti coi giocatori chiesti da Bielsa saranno portati avanti”.
E’ vero che hai avuto uno scontro con Bielsa quando hai saputo che non sarebbe più venuto?
“Ho avuto un discorso acceso riguardante Pato la sera prima della sua lettera. Era stato informato da terze persone di una cifra che non riguardava la verità. Gli ho detto una cosa molto importante per chiarire questo argomento: gli ho dato la possibilità di parlare con l’agente del giocatore per verificare le cifre che gli avevo detto. Se l’agente avesse smentito le cifre che gli avevo detto, gli promisi che avrei dato le mie dimissioni. So che tanta gente intorno al mondo Lazio ha fatto opera di allontanamento. Hanno messo i bastoni tra le ruote”.
Hai mai suggerito a Lotito di tornare su Prandelli?
“Noi avevamo un contratto con Bielsa e nessuno prevedeva che il contratto non sarebbe stato rispettato. Il 5 luglio abbiamo avuto la notizia del consolato argentino che l’allenatore e il suo staff non si erano presentati. Noi gli abbiamo mandato tutti i biglietti necessari per la partenza verso Roma”.
Fabrizio Piepoli