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CONFERENZA – Peruzzi: “Questa è una bella sfida per me. Se c’è il rispetto dei ruoli…”

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Nove anni dopo torna a casa Angelo Peruzzi. Il nuovo direttore tecnico biancoceleste si presenta in conferenza stampa. Ecco le sue parole:

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Lotito:Ci tenevo in prima persona a presentare Angelo Peruzzi perché ritengo che sia un apporto fondamentale alla società, alla luce di quella iniziativa di ristrutturare il sistema. Dopo 12 anni era giusto che la Lazio si strutturasse con persone che hanno fatto la storia e che hanno la professionialità giusta per fare certi ruoli come Angelo. Non ho impiegato 9 anni per pensarci, è un’iniziativa del sottoscritto, non ci sono suggeritori. Con Angelo ho avuto sempre ottimi rapporti, ha fatto scelte di vita diverse ma sane e oggi svolgerà questo percorso. La sua esperienza, capacità e carattere saranno utili a questa società per andare ulteriormente a incrementare quelle aree che sono fondamentali per raggiungere certi obiettivi. Roma è una piazza particolare, occorreva una figura che si raccordasse con tutto ciò e con la tifoseria. Ha lasciato una Lazio in una certa maniera, oggi la ritrova in una situazione emozionale negativa ma dal punto di vista strutturale è rimasto sorpreso. Forse abbiamo curato più gli aspetti strutturali che quelli emozionali, sta a lui curare i rapporto con i tifosi. Ringrazio i presenti e Angelo per  l’apporto che ci darà”.

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a palla passa poi ad Angelo Peruzzi:

Torni a casa, qual è la prima cosa che hai notato e che cosa puoi portare?

Tengo a precisare che ho accettato per due ragioni: la prima è che è una bella sfida, importante, che mi è stata proposta e mi voglio mettere in gioco per vedere le mie possibilità. La seconda è che dopo 8 anni in questa società penso e credo di dover dare ancora qualcosa se ce ne fosse bisogno. Sono stati 8 anni intensi a Roma, ci sono stati momenti belli e non, ma volevo dare un contributo. Il presidente mi ha offerto un contratto lungo ma io l’ho voluto di un anno. In realtà volevo 3 mesi più 3 perché era una cosa nuova per me. Se farò bene ci metteremo seduti e proseguiremo e se mi rendo conto che non so fare questo lavoro sarò il primo a dire arrivederci e grazie. Per rispondere alla sua domanda, io sono 2 giorni che sono qui e mi guardo intorno, poi prenderò le decisioni”.

Qual è la prima sfida da affrontare e quale la più difficile?

Il mio ruolo. Quello che ho detto al presidente è: ‘se io accetto voglio il rispetto dei ruoli’. Io sono stato scelto per fare da raccordo tra società e squadra e tra squadra e allenatore. Il resto spetta ad altri ruoli. Non spetta a me. Se c’è il rispetto dei ruoli si farà qualcosa di buono”.

Come l’ha convinta il presidente? Il primo ingrediente per ridare entusiasmo?

“Abbiamo parlato 2-3 volte. C’eravamo lasciati non in modo positivo, ma non c’era nessun rancore tra me e il presidente. Lui ha scelto me e io gli sono stato grato, ho valutato e gli ho detto che cercherò di fare tutto il possibile per questa società. Non ho la bacchetta magica, non lasciatevi incantare da chi dice che ho la ricetta giusta, bisogna essere solo persone vere e serie e fare il proprio lavoro. Il rapporto tra società e tifosi penso che è come un individuo che ha un male all’unghia e il dolore sale con il tempo fino all’anca. Io non sono quello che salverà il piede dalla cancrena. Se pensate sia io avete sbagliato. Io sono a disposizione. non posso dire a un tifoso cosa è la Lazio. C’è gente che ha la tessera da 40 anni, è lui che deve spiegarmi cos’è la Lazio, io però sono a disposizione di tutti per trovare una soluzione, ci sarà massima disponibilità”.

Ritrova inzaghi, primo impatto? Che tipo di allenatore è e dove può arrivare?

“Non rispondo alla seconda domanda perché non interessa alla gente cosa ne penso io e non è mia competenza. Io devo fare il mio lavoro non il direttore sportivo o il Presidente o l’allenatore. Simone l’ho visto molto convinto, mi parlavano bene di lui fin da quando era nella Primavera. Ho visto solo 3 allenamenti ma è sul pezzo e questo mi piace molto”.

Noi abbiamo visto la tua Lazio. Sono cambiati i giocatori di oggi? E’ facile introdurre il rispetto delle regole?

Secondo me i tempi sono cambiati: 10 anni fa non era come adesso. Sono cambiati i tempi culturalmente e socialmente, non solo il calcio ma anche la gente è cambiata. C’è da modificare qualcosa, c’è da vedere e approfondire. Quello che ho detto alla squadra è che esigo rispetto. Rispetto delle regole. Io rispetto loro e loro devono rispettare me. Se noi siamo qua per risolvere i loro problemi, loro per ripagarci devono solo andare in campo e dare il massimo non solo in partita ma anche in allenamento, con gli atteggiamenti giusti. Rispettare il magazziniere per esempio. Se loro si comportano bene allora io non servo. I tifosi non potranno recriminare nulla perché se perdiamo, si, ci sarà la critica per il risultato, ma se tutti hanno dato il 100%, allora nulla da dire. La passione e il sudore devono essere ai massimi livelli”.

Quando ti ha richiamato il presidente qual è stata la tua reazione?

“Abbiamo parlato. Non penso sia una cosa che possa essere interessante, c’era solo da parlare. Mi ha spiegato certe cose e quello che potevo fare. Se siamo sempre muro contro muro, se cercate sempre di far casino – e spesso ci riuscite – se non cerchiamo la distensione e vogliamo sempre la polemica non andremo da nessuna parte. Ci sarà massima disponibilità da parte di tutti. Aiutateci e noi cercheremo di aiutare voi. Non è una supplica, dico solo che bisogna tornare alla normalità. Chi ama la Lazio sa che questo muro contro muro non serve a nessuno. Quando ci sarà da criticare si criticherà giustamente ma cercare la polemica è puerile”. 

Hai parlato con la squadra? Ci sono situazione critiche? Vedi Keita…

“No, non ho parlato con tutti perché qualcuno lo conoscevo attraverso i giornali, qualcuno l’ho incontrato, con qualcuno ho parlato. Andremo in Inghilterra e dopo in Germania e li sarà l’occasione giusta per parlare con tutti. Io non starò con il fiato sul collo ai giocatori, io starò a disposizione se hanno un problema possono venire da me anche alle 2 di notte”.

Il fatto che Bielsa non sia arrivato può diventare un alibi?

“Non lo so. Io ho visto un gruppo che si allena benissimo e non penso a Bielsa. Vedo un buon gruppo e questo mi fa ben sperare”

Ieri però è intervenuto in allenamento…

“E’ una cosa che non si dovrebbe fare però è successo in tutti i ritiri che 2 ragazzi a volte esagerano. Per me e per i ragazzi è finito lì. Si sono chiariti, non c’è problema. Non è stato un gesto in reazione ad altro, è solo un discorso di campo. Siamo stanchi per la preparazione a volte qualcuno esagera con un entrata più cattiva ma finisce lì, i ragazzi si sono chiariti. E’ successo anche quando giocavo io, non dovrebbe succedere ma è successo anche a me”.

L’uomo al posto giusto e al momento giusto?

“C’è grande aspettativa su di me e io spero di ripagare ma l’ho detto per me è una sfida. Questo lavoro non l’ho mai fatto, darò il massimo, ma è normale che farò degli sbagli e delle stupidaggini, chi non le fa?”.

Se dovesse paragonare questa sfida della Lazio a quella di una battuta di caccia, a quale la paragonerebbe?

Non lo so, ho solo pensato che purtroppo a caccia ci andrò poco (ride n.d.r). Con la voglia e il rispetto delle regole faremo bene, non so dirvi se arriveremo ottavi o altro”.

Fino ad ora c’erano solo Lotito e Tare, lei è una figura nuova. Per evitare sovrapposizioni può fare una demarcazione dei ruoli?

Il direttore sportivo e io dovremo interagire continuamente. Io faccio parte della squadra e sto con loro, qualsiasi problema vengano da me e cercherò di risolverlo, ma per il mercato e i soldi sono cose del direttore sportivo. Ma anche in altre squadre è così, se si hanno dei ruolo precisi si può benissimo coesistere e fare bene“.

Marco Lanari

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