Il 28 luglio del 1927 a Melfi, in provincia di Potenza, nasceva Pasquale Festa Campanile. A nove anni si trasferisce con la famiglia a Roma, dove poi comincerà a lavorare come giornalista e critico letterario. Nel 1947 diventa redattore della rivista La Fiera Letteraria, l’anno successivo riceve il premio letterario La Caravella e nel 1951 il premio Marzotto per il giornalismo. Nello stesso periodo si dedica anche alla radio e poi alla televisione.
Nel 1949 inizia a lavorare a Cinecittà come sceneggiatore in “Faddija – La legge della vendetta” e nel 1955 torna al cinema per la sceneggiatura de “Gli innamorati”, pellicola che vinse il Nastro d’argento. Nel 1956 collabora a “Poveri ma belli”. L’anno dopo pubblica il suo primo romanzo, “La nonna Sabella”, che gli vale i premi Re degli amici e Corrado Alvaro; Dino Risi, talmente preso dal libro ne realizza un film che avrà anche un seguito l’anno successivo (“La nipote Sabella”).
Poi arrivano anche le sceneggiature di pellicole prestigiose come “Rocco e i suoi fratelli” e “Il Gattopardo” di Visconti, “La viaccia” di Bolognini e “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy. Dal 1963 passa alla regia girando numerosi film spaziando dal drammatico alla commedia all’italiana, dalla satira al film in costume. Arriva al suo esordio alla regia con la collaborazione di Franciosa in “Un tentativo sentimentale”, mentre “La costanza della ragione“ del 1965 è il primo film in cui viene accreditato come unico regista. Dirige altri film come le commedie all’italiana “La matriarca” del 1968 e “Il merlo maschio“ del 1971. Nel 1973 porta al cinema “Rugantino”, trasposizione del musical di Garinei e Giovannini, con Celentano protagonista. Celentano sarà protagonista anche in altri suoi film come “Qua la mano” del 1980 e “Bingo Bongo” nell’82.
Nel 1975 ritorna alla letteratura pubblicando altre opere narrative, alcune poi adattate da lui stesso per lo schermo: “La ragazza di Trieste”, “Il ladrone”, “Conviene far bene l’amore”. “Per amore, solo per amore”, che ha vinto anche il Premio Campiello nel 1984, è stato portato sul grande schermo da Giovanni Veronesi nel 1993. Nel 1976 è la volta di “Il soldato di ventura” e l’anno dopo di “Autostop rosso sangue”. Torna alla commedia nel 1978 con “Come perdere una moglie e trovare un’amante”, nel 1979 è alla regia di “Il corpo della ragassa”. Negli anni ottanta firma “Nessuno è perfetto”, “Più bello di così si muore”, “Il petomane”.
I
l 25 febbraio del 1986 muore a Roma a 58 anni. È stato sposato con la pittrice Anna Salvatore e, per un certo periodo, legato sentimentalmente alle attrici Maria Grazia Spina, Catherine Spaak e Lilli Carati. Quando è deceduto era sposato con Rosalba Mazzamuto che lascia vedova.