La Salernitana è salva, Simone Inzaghi è il suo profeta. Dovrebbe essere questo l’epilogo della lunga attesa che ha coinvolto anche l’ultimo mister biancazzurro, che ha rilevato Stefano Pioli in un momento di grande incertezza, dopo la rovinosa sconfitta nel derby che ha sancito l’addio al tecnico del terzo posto.
Ce l’ha messa tutta, Simoncino, per guadagnarsi la riconferma. Lo ha fatto gettandosi a testa bassa in una rincorsa all’Europa faticosa ma efficace, che si è interrotta sul campo dell’inarrestabile Juventus, ma anche e soprattutto in casa di una Sampdoria dominata in lungo e in largo, eppure vincitrice in una partita-simbolo della stagione disgraziata della Lazio.
Dopo le vittorie contro Inter e Carpi, è apparso chiaro come siano mancati proprio i punti di Genova, anche un solo punto per sperare davvero nell’Europa all’ultimo assalto contro la Fiorentina. Rovinosamente perduto nel Klose-Day, con la squadra che inevitabilmente ha finito col non crederci più. Solo Inzaghi ci ha creduto, facendo le cose semplici e riaccorciando la squadra nelle situazioni a palla scoperta, facendola arretrare e permettendo così il soccorso costante di un compagno per il portatore di palla.
Poco ma semplice: così come poco è mancato per una riconferma della quale la società non si è convinta forse già dopo il pur rocambolesco ko di Genova. Inzaghi ha atteso pazientemente ma ora il suo destino sembra scritto. Dopo la Primavera e la prima squadra, Simoncino non si allontanerà troppo dal giardino di casa. Proverà ad affinare i dogmi del suo calcio a Salerno, in attesa che da Roma arrivi una ri-chiamata per terminare il lavoro lasciato in sospeso. Good luck, Little Simon.
Fabio Belli