A Roma le Elezioni a volte rubano la scena al calcio, ma non è un caso che molto spesso queste si tengano a campionato finito. In uno scenario in cui non si riesce a mantenere un’attenzione e una fiducia viva sulla politica, spesso il calcio diventa una valvola di sfogo importante, sostitutiva.
In questi giorni, leggendo gli altri media laziali (“I giornali vanno letti tutti“, spiegava Stefano Accorsi a Libero De Rienzo in quel capolavoro postmoderno che è “Santa Maradona“) si sono visti molti articoli che paragonavano la richiesta di cambiamento tutta romana rivolta a Virginia Raggi, a quella che accomunerebbe i tifosi laziali in un momento in cui della Lazio si sa poco o nulla. Non è compito di questa sede giudicare lo scenario politico. Di Lazio parliamo tutti i giorni, e arrivati quasi a metà giugno non si sa il nome dell’allenatore, dei nuovi acquisti, dei confermati e dei ceduti sul mercato. Nomi se ne fanno tanti, certezze zero.
E alla Lazio (speriamo di poter scrivere presto “di Prandelli”, “di Inzaghi” o per l’amor di Dio, di qualcuno) Cinque Stelle servirebbero proprio. Almeno due in attacco e due in difesa, e una anche a centrocampo, soprattutto se Antonio Candreva dovesse partire come sembra ormai probabile (sempre probabile, mai certo). Jardel, Adriano, Pavoletti, Lapadula, e…? Saranno davvero loro le Cinque Stelle in grado di risollevare la Lazio? E soprattutto, saranno vere stelle o solo meteore, scommesse che non garantiranno neanche questa volta un salto di qualità che, auspicato così tante volte, sembra ormai una concatenazione di parole senza significato.
Il punto è che la pazienza degli elettori sembra inversamente proporzionale a quella dei laziali. Dopo un anno deprimente sotto ogni punto di vista e che, soprattutto, aveva spento gli straordinari entusiasmi del “Piolismo” di appena dodici mesi prima, ci si aspettava una pronta risposta. Che ne sarà di una Lazio senza abbonamenti e senza tifosi, se dalla società non arriveranno almeno i segnali minimi di buona volontà? Acquisti, un allenatore, la voglia di fare la Lazio non diciamo grande, perché tanto molta gente ormai non ci crede più, ma almeno non piccola come l’abbiamo vista ultimamente. Sembra poco, è moltissimo e lo diventa ogni giorno di più. Ma finora calma piatta, non si vede nulla: né le Cinque Stelle, né uno straccio di Movimento. Di mercato o di qualsiasi altro tipo.
Fabio Belli