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TEMPI BELLI – In Bielsa we trust

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E alla fine Bielsa sarà. Permesso di soggiorno, burocrazia, intoppi vari che non mancano mai e che forse dovevano essere pianificati per far partire la trattativa a fine maggio, non a fine giugno. Ma tant’è: si tratta di un regalo davvero inaspettato. In molti sottolineano, in fondo anche giustamente, le possibili asperità caratteriali che potrebbero far durare poco la convivenza con Lotito e l’ambiente romano in generale. La cosa che lascia basiti è il salto in avanti in termine di ingaggio, mai la Lazio con questa società aveva anche solo corteggiato un tecnico di fascia 2,5 mln – 3 mln.

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Nessuno si aspettava un tecnico capace di far di nuovo accendere le luci sulla Lazio dopo una stagione mai così scialba e opaca. Giornalisticamente parlando è stato importante non accordarsi a chi si lamenta per partito preso e non basandosi sulle reali difficoltà, e capire come l’ingaggio di Pioli non potesse essere in ogni caso una zavorra sulla scelta del nuovo tecnico. Ammesso e non concesso che per Lotito sia intollerabile pagare due allenatori, per come stanno messe le cose attualmente quei soldi andrebbero per forza ammortizzati da altre parti, non risparmiando su chi dovrà ricostruire dallo scempio dell’ultimo anno. Fortunatamente così sarà.

Parlando di calcio, si tratta di una scelta tatticamente estrema, ma era l’unica possibile per riportare interesse attorno alla Lazio, che mancando il salto di qualità dopo il terzo posto con Pioli era davvero arrivata ad un punto morto. Procura amarezza come in molti abbiano spasmodicamente sperato nell’aborto dell’operazione. Non si tratta di quelli che giustamente, dicono: “Vediamo se Bielsa si adatterà, se funzionerà.” Non è giusto avercela con quelli che non si entusiasmano a priori, scottati da troppe delusioni. Il riferimento è a quelli che amano la contestazione eterodiretta, delusi anche solo dall’idea che la prossima stagione non possa essere un unico anno di insulti e di spalle voltate alla squadra. Ecco, tutti vorremmo una proprietà cinese o araba a farci tornare cragnottiani, ma al momento l’arrivo di Bielsa rappresenta l’unico passo avanti per tornare a far bene e a far parlare di Lazio in tutto il mondo anche con l’attuale società. Il gesto è indubbiamente di buona volontà: Inzaghi, Maran o Gasperini avrebbero solo prolungato l’agonia degli ultimi 12 mesi. Così qualcosa cambierà, in bene o in male vedremo, ma si temeva che la società non avrebbe mai avuto il coraggio di fare questa scelta.

Personalmente sono contento, non perché ho la certezza che Bielsa farà chissà che, ma perché qualcosa si è mossa e in molti non ci credevano più. Voglio una Lazio sempre vincente, con Cragnotti, Lotito, Napo Orso Capo o Rupert Murdoch alla presidenza: con Bielsa gli occhi degli appassionati di calcio nel mondo sono di nuovo su di noi. Non mi piace invece chi si fa imbeccare, chi usa sempre la stessa frase sentita sempre dalle stesse persone. Dopo “mediocrità” e “modus operandi” nelle ultime settimane, l’ultimo mantra è già diventato “rescissione unilaterale“, una roba che in moltinella loro vita non hanno manco mai letto sul vocabolario . Ecco, le battutine, il sarcasmo che nasconde un sottile rosicamento, il desiderio che tutto vada sempre e solo a catafascio, non mi apparterrà mai. Lo lascio ai non laziali, perché è vero che le patenti non vanno mai date, ma se si è laziali non c’è sforzo di volontà che possa impedirti di sognare la vittoria. Se manca quella stretta allo stomaco, quel desiderio dei tre punti sempre e comunque, allora amico: sei sgamato. Sarà quel che sarà, io ci sarò. Vamos Loco!

Fabio Belli

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