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Lippi rinuncia alla carica di dt della Nazionale: “Lo faccio per salvaguardare mio figlio”

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Alla fine Marcello Lippi ha detto no a Tavecchio per il ruolo di direttore tecnico della Nazionale affianco al prossimo ct Ventura. Il motivo è chiaro: da settimane si attendeva una interpretazione della Corte federale sulla congruità della norma che prevede incompatibilità tra persone con incarichi federali e parenti procuratori di calciatori (il figlio Davide è un noto procuratore). La Corte si è riunita per la prima volta ieri, assicurando che una decisione definitiva sarebbe arrivata entro fine mese. Queste rassicurazioni però non hanno convinto l’ex ct della nazionale che alla Gazzetta dello Sport ha spiegato: Sono dispiaciutissimo, ma lascio perché ho capito cosa succederà. E non mi piace. Mi pare di capire che si vada verso un aggiramento della norma, un’interpretazione diversa che mi consenta di lavorare per la Figc. Magari non da d.t., ma da supervisore. Ma io so cosa succederebbe: la situazione sarebbe strumentalizzata, e non lo accetterei. Io voglio salvaguardare la serietà di mio figlio che fa questo lavoro da più di dieci anni, e lo faceva già quando ho vinto il Mondiale. Allora andava bene, ora non più. Ha lottato per farsi il suo futuro e io l’ho sempre tenuto lontano dal mio lavoro, almeno in Italia”.

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