23 Maggio – 23 giugno: è ormai passato un mese, da quella bellissima notte d’amore e di lazialità. Tra i tanti protagonisti di quella meravigliosa serata non poteva mancare lui, Sì proprio lui: IL PRESIDENTE, Sergio Cragnotti. L’uomo che è riuscito a rendere la Lazio una delle suqadre più forti d’europa è intervenuto ai microfoni di Radiosei per parlare ancora una volta di quella serata indimenticabile e del grande amore ricevuto dal popolo laziale:
“Sono stato sbalordito dalla gente che è venuta, come due anni fa. Abbiamo riempito l’Olimpico, a questa maglia si vede che c’è affetto. E’ sempre un’emozione vedere di aver lasciato il segno in tante persone che ancora mi seguono con affetto. Mi meraviglia e mi fa felice, sono passati tanti anni. Evidentemente quello che avevamo costruito era grande e siamo entrati nella storia. Che speriamo si ripeta, non vogliamo vivere di ricordi!. Quando ero presidente, si è sempre cercato di trovare nuovi equilibri con il dialogo e poi i risultati. L’intento di tutti era quello di ottenere risultati, la Curva ci seguiva con affetto”. Il momento più bello: “La vittoria più bella è la finale con il Manchester, ma anche lo scudetto quando nessuno se l’aspettava. Eravamo convinti di terminare al secondo posto”. La presidenza: “E’ stata un’attivita frenetica, anche le cessioni, il mercato, come il caso di Boksic. Abbiamo avuto la fortuna di essere persone che pensavano con cinque/dieci anni di anticipo rispetto a ciò che il calcio stava facendo. Ricordo le discussioni in Lega, mentre noi davamo un taglio più manageriale al calcio. I club ci avrebbero seguito poi. Ancora oggi incontro i romanisti che mi raccontano: “Ci ha fatto soffrire, meno male che ha lasciato la Lazio”. Parlando della Lazio attuale, “il presidente” ha commentato così la scelta di Bielsa: “Non lo so, ha una grande personalità e un carattere forte. Penso che una squadra per essere vincente deve esserlo nel suo organico, senza protagonismi o prime donne. Che sia un grande allenatore è indubbio. Il tecnico deve avere un’ascendete sui giocatori e deve andare d’accordo con lo staff e i dirigenti. Ci deve essere un collettivo che ragiona insieme, senza imput di autoritarismo. Se Lotito assume questo allenatore, significa che vorrà cedere un po’ lo scettro del comando al mister“.
Guido paglia conclude l’intervento parlando ancora di “Di Padre in Figlio”: “Quando vai a prendere il presidente per raggiungere lo stadio, si scatena il panico! La gente scendeva dalle macchine per farsi i selfie. Arrivati allo stadio, quasi mi sono ritrovato a discutere con i tifosi che non lo lasciavano andare, tra autografi e fotografie. La cosa più bella e commovente è percepire questo affetto dopo tutti questi anni. Mi rendo conto che per il tifoso laziale, pensare a Cragnotti significa pensare ai successi più grandi della Lazio“.