L’intervista rilasciata a Zonacalcio dall’ex capitano Pino Wilson è poi continuata parlando del prossimo tecnico biancoceleste, della Nazionale e dell’evento “Di Padre in figlio” in programma il 23 maggio allo Stadio Olimpico.
Cosa pensa della storia Sampaoli? “Le richieste economiche del tecnico argentino sono cifre importanti, specialmente per quella biancoceleste che è una società che non ha ingaggi molti alti per gli allenatori. Però, senza fare nomi, preferirei puntare su un allenatore che abbia le idee chiare e che sappia quali siano i giocatori che servono alla causa”.
Il fatto che Sampaoli non ha mai allenato in Europa potrebbe rivelarsi uno svantaggio? “Come per i giocatori se sei forte non dovresti avere problemi del genere. Non penso che Neymar e Suarez abbiano avuto problemi simili. L’imporante è che l’allenatore conosca la squadra, sappia come intervenire e dia gli stimoli giusti alla società”.
Si è parlato anche di Gasperini, la convince come tecnico? “A Roma le pressioni sono tante e pericolose. Faccio fatica a vederlo sulla panchina dei biancocelesti”.
E Inzaghi? “Viene preso anche lui in considerazione ma stiamo parlando di una squadra che va rifatta, a cominciare dal tecnico. Ovvio che ci si stia guardando intorno per tentare di trovare qualcuno che abbia una maggiore esperienza. Inzaghi ha fatto molto bene, si è trovato in mano una squadra moralmente a pezzi. Lo conosco e lo rispetto ma, da amico, gli consiglio di fare un po’ di esperienza, magari alla Salernitana. Per Inzaghi, sentire che la Lazio tratta con Sampaoli, è normale che sia fonte di un po’ di delusione”.
Passiamo alla Nazionale, crede che possa disputare un buon Europeo? “Già passare il girone sarebbe un gran risultato e significherebbe giocarsela fino in fondo. Nelle partite secche può succedere di tutto. Basta guardare quanto capitato nella finale di Europa League. Sono partite imprevedibili dove chiunque può avere la meglio sugli avversari”.
Cosa pensa di Ventura per il dopo Conte? “E’ un allenatore e un uomo esperto. Sa cosa vuol dire essere oggetto delle pressioni esterne. Il duo Lippi direttore tecnico e Ventura allenatore sarebbe ottimo. Del resto chi meglio di un tecnico italiano può conoscere i giovani o comunque i giocatori cresciuti negli ultimi anni”.
Tornando alla Lazio, crede che l’evento “Di Padre in figlio” possa servire a riavvicinare tifosi e società? “E’ una grande festa organizzata da me e Giancarlo Oddi. Non serve ad alimentare polemiche. Lo stadio pieno sarà la prova che i sostenitori biancocelesti hanno voglia di stare assieme e festeggiare chi ha fatto la storia della Lazio. La società non c’entra niente. Noi viviamo di emozioni, il problema è quando non se ne provano più. L’attaccamento alla maglia e agli uomini è senza dubbio molto più rivolto al passato che al presente. Questo è anche frutto dei risultati. La diatriba tra tifoseria e società è evidente, le parti sono molto distanti. E’ difficile anche dire o fare qualcosa per tentare di riavvicinarle”.