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Wilson: “Klose un campione, quello di domenica scorsa un atto dovuto. La Lazio non è l’Empoli”

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Per parlare delle tematiche di casa Lazio ai microfoni di Zonacalcio è intervenuto Pino Wilson. L’ex capitano del primo scudetto biancoceleste nel corso della lunga intervista ha toccato molti punti. In questa prima parte ha parlato dell’addio con qualche polemica di Miroslav Klose e il prossimo mercato.

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Klose ha lasciato la Lazio con qualche polemica: “Ogni società ha diritto di decidere se tenere o no un giocatore. Il rinnovo non era un atto dovuto, certo si sarebbe dovuto informare il giocatore che le prospettive e gli obiettivi societari erano altri, ma sarebbe stato solamente un atto formale”.

Sembrerebbe che la Lazio voglia puntare sui giovani, ma l’interesse per Adriano e il rinnovo di Mauri dimostrano altro: “Non penso che la Lazio punti solo su elementi giovani, fosse così si farebbe poca strada. Non siamo l’Empoli, che ogni anno pensa a lanciare i giovani. Quest’anno, anche con qualche cessione illustre, credo che vada fatta una squadra importante e pronta al salto di qualità. Inserire due o tre giovani è giusto ma solo in un contesto già pronto“.

Crede che le cessioni di Biglia e Candreva siano ormai certe? “Per avere liquidità da investire sul mercato qualche cessione è necessaria, l’importante è che i giocatori che arriveranno a sostituirli siano all’altezza della situazione”.

Candreva è uno dei giocatori non invitati alla cena di addio di Klose… e non era il solo: “Durante la formulazione degli inviti qualcosa è accaduto. Probabilmente tra Klose e i non invitati qualche cosa è accaduto. Anche Basta, Djordjevic e Milinkovic erano assenti. Una cosa incomprensibile. Credo che la verità non verrà mai a galla. Ma certo qualcosa di strano è successo”.

Da ex giocatore quale omaggio vuole fare a Klose? “Come dimostra il record delle reti in Nazionale è un giocatore che, a livello mondiale, è stato tra i più forti. La Lazio per tanti anni ha tratto molti benefici dalla sua presenza. Credo che ora tornerà in patria. A prescindere dell’assenza di un’offerta da parte della società penso che avesse già deciso cosa fare. Senza dubbio quello di domenica è stato un omaggio dovuto ad un grande campione”.

Crede che Lotito e Tare quando hanno portato il tedesco a Roma si aspettassero che potesse dare ancora così tanto? “Credo proprio di sì. Non scordiamoci che il Bayern negli ultimi anni ha dettato legge in Europa. Ovvio che il sacrificato non potesse essere uno tra i vari Lewandowski, Muller o Ribery, ma probabilmente neanche loro si aspettavano che Miro fosse ancora così in forma. Anche lui però ha fatto la sua scelta, ossia andare in una squadra che gli potesse garantire il posto da titolare”.

Si parla sempre di giocatori stranieri, perché la Lazio fa poco mercato in Italia? “Questo succede in tutte le società. Tutte le squadre, soprattutto le migliori, sono composte per 7/8 undicesimi da stranieri”.

Cosa pensa dell’iniziativa di un numero minimo di giocatori cresciuti nei vivai? “Secondo me bisognerebbe partire dai settori giovanili. Anche nelle squadre minori ci sono tanti stranieri, andrebbe inserito un limite anche a quei livelli. E’ difficile chiudere le frontiere ma l’idea di avere tanti italiani in rosa è un qualcosa che non mi dispiace”.

A proposito di giovani, cosa pensa della stagione di Cataldi? “Quest’anno il campionato di Cataldi è stato problematico sin dall’inizio, ha deluso perché si è fatto subito male, non ha fatto una grande preparazione e ha giocato poco. In Nazionale invece ha fatto molto bene. Inoltre nella Lazio non ha avuto una squadra in grado di aiutarlo. Comunque io ci punterei sicuramente”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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