Insomma alla fine Klose voleva restare a Roma ed è la Lazio che voleva sbolognarlo. Maracaibo rom-anella e carbonara, altro che saudade teutonica. Tare però dice di no, che ha provato a trattenerlo in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Meno credibile del parrucchiere di Valerio Scanu, il DS si è prodotto in un’accurata difesa del suo modus operandi: Miro, tu quoque, ti ho detto un paio di volte di rimanere, una serata tra amici, una chitarra e uno spinello. Ma tu niente, dovevi tornare in Germania, sei fissato con questa Germania oh! Niente, alla fine non si è convinto nessuno, neanche Miro a quanto pare.
Che poi sembra di riascoltare quando nei Simpson dicono: “Chi sa parlare tedesco non può essere malvagio!“. Incalzato dalla stampa teutonica, l’unica con la quale ha mai parlato davvero volentieri (aridaje co’ ‘sta Germania…), Klose non cede il punto: ma quale Sparta Praga, ma quali incontri al lume di candela, Tare al massimo mi ha proposto un panino da Pippo a Tivoli e Lotito non lo sento da quella volta che ci siamo giocati il 2 in Salernitana-Brescia. Dal picchetto al due di picche, è la Lazio che non mi ha cercato e io ho altro da fare, pfui!
Insomma, chi mente e chi dice la verità? Se non ci fosse da piangere è una storia che farebbe ridere, perché non separarsi consensualmente con un giocatore di 38 anni, per quanto prestigioso ed importante? Il punto è che qualcuno ormai l’ha sparata troppo grossa: troppo precisi i riferimenti di Igli Tare su presunte proposte di rinnovo, troppo netto il diniego di Miro Klose. Nessuno gli ha chiesto di rimanere o è lui che non si è neppure seduto al tavolino? Socraticamente (il filosofo, non il calciatore, bestie!) noi sappiamo di non sapere e ci piace ricordarlo così, un campione del mondo tedesco alla parca mensa degli ultimi anni laziali. Che poi se ha detto una bugia ‘sti cavoli, lui è Miro Klose, il più grande marcatore della storia dei Mondiali di calcio con la maglia della Germania!
Germania? Aaaaah ecco perché ‘sta fissa, allora! D’altronde “i tedeschi si fanno perdonare tutto tutto (cit.).”
Fabio Belli