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Romy Schneider, la principessa triste

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Il 29 maggio 1982 si spengeva a Parigi Rosemarie Magdalena Albach-Retty, l’attrice Romy Schneider. Nata a Vienna il 23 settembre 1938 e deceduta a Parigi a 44 anni dopo aver girato oltre 60 film – su tutti la saga della principessa Sissi – e incantato eserciti di fan.

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Una vita infelice segnata da grandi dolori e grandi successi spezzata anzitempo. Per l’attrice austriaca naturalizzata francese il classico percorso maledetto, una parabola esemplare di un percorso di vita che ha lasciato segni e strascichi indelebili nella sua anima. Troppe ferite risalenti all’infanzia da «bambina dimenticata in collegio» dopo il divorzio dei genitori, poi nel ’79 il suicidio del primo marito Harry Meyen Haubenstock, gli amori sfortunati, la paura di invecchiare, i problemi di salute, ma soprattutto la perdita nell’81 del figlio David. E proprio alla perdita del figlio si deve il punto di svolta. Da quel momento la Schneider ormai si lascia andare e sopravvive e il cuore a un certo punto non resiste più. Viene trovata senza vita la mattina del 29 maggio 1982, in casa seduta allo scrittoio davanti a una lettera mai terminata. Un mese prima nei titoli di testa dell’ultimo film girato La signora è di passaggio” la grande attrice aveva voluto ci fosse una dedica: “A David e a suo padre”. Tutti e due scomparsi prima del tempo lasciandola profondamente sola.

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