L’addio di un campione fa tutto il rumore del mondo. Miroslav Klose, leggenda silenziosa e umile, saluta la Lazio in punta di piedi come sempre è stato. Lo stadio Olimpico, per il “Klose Day”, ritrova 30 mila anime per l’ultimo saluto all’attaccante tedesco. Il coro è unanime, un battere le mani, un’ovazione. Il panzer entra in campo, indossa la maglia celebrativa in suo onore, l’aquila stilizzata e sul petto “2011-2016 Danke Miro”. Sui maxischermi scorrono uno ad uno i suoi 63 gol, ne firmerà un altro su calcio di rigore e raggiungerà Goran Pandev come miglior marcatore straniero nella storia del club biancoceleste. Serve a poco, la Fiorentina vince 2-4, il tecnico Inzaghi sa che potrebbe essere fatale per il suo futuro. Cinque anni scivolati in fretta, i gemellini Noah e Luan al suo fianco per raccogliere insieme al papà l’ovazione dei tifosi e la targa celebrativa che gli consegna il presidente Lotito tra i fischi assordanti. Poi rivela al mondo la sua voce e ringrazia: “Grazie a tutti i tifosi, è stato un onore indossare la maglia della Lazio, sono stati cinque anni che non dimenticherò mai. Vi auguro per il futuro tutto quello che vi meritate. Siete incredibili”.
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onte : Il Tempo