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Parolo: “Il riscatto del prossimo anno dovrà partire dal gruppo. E su Inzaghi e la Nazionale…

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Italia, Lazio e non solo. Questi i temi al centro dell’intervista che Marco Parolo ha rilasciato ai microfoni di Sport Mediaset. Si parte con i biancocelesti e con le ragioni del flop dell’ultima stagione: “Avremmo potuto fare di più, invece siamo partiti troppo rilassati, convinti che ci bastasse poco per vincere le partite, e quando ci siamo accorti che non era così era troppo tardi. Le aspettative erano alte, soprattutto per il terzo posto dell’anno prima, ma non siamo partiti concentrati, eravamo troppo rilassati. Purtroppo dispiace per la stagione, soprattutto per la società e per i tifosi. Noi giocatori avremmo potuto fare di più, verso la fine del girone di ritorno siamo anche riusciti a recuperare qualcosa ma ormai era troppo tardi. Anche l’Europa League era alla nostra portata, potevamo andare avanti e dispiace non esserci riusciti“.

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Parolo saluta la curva Nord
© Gianni Barberi

Su Inzaghi: “Innanzitutto mi dispiace per Pioli, perché quando una stagione va male l’allenatore è sempre il primo a pagare. Il nuovo mister ha portato un po’ più di spensieratezza e nelle ultime sette partite abbiamo provato ad agguantare il sesto posto. Peccato aver perso l’ultima con la Fiorentina, perché una vittoria avrebbe chiuso alla grande un ciclo di partite importanti. Inzaghi ha dimostrato di essere un buon allenatore, che può fare bene. Si è giocato le sue carte e adesso sarà la società a decidere il suo futuro“. Ora il prossimo dovrà essere necessariamente l’anno del riscatto: “Abbiamo visto cosa vuol dire fare un anno buono e fare un anno pessimo. Spero si sia fatto tesoro degli errori di quest’anno, perché è da essi che dobbiamo ripartire, cercando di non commetterli più. Se ci riusciremo, allora potremo fare bene perché all’interno della squadra ci sono principi e valori importanti. Poi sarà la società a decidere sul mercato, ma penso che tutto debba partire da un discorso di gruppo e di spogliatoio. Perché i gruppi forti sono anche quelli vincenti. Mi auguro che tutti abbiano capito che è questa la base da cui ripartire“.

Parolo gol-01

Capitolo Nazionale: E’ un gruppo compatto, unito, dove tutti danno il 100% e seguono le indicazioni di Conte. Il mister è riuscito nel suo intento di costruire una squadra. Che si è sempre vista, a parte forse nella sconfitta con la Germania, così come sono sempre visti determinati tipi di atteggiamenti che, solitamente, si hanno nei club. Mancheranno giocatori importanti e forse non abbiamo troppo talento, quindi solo con la squadra e rimanendo compatti si potrà fare bene e arrivare fino al nostro massimo. Il nostro obiettivo deve essere arrivare fin dove riusciamo, senza avere rimpianti e dando tutto da oggi fino alla fine dell’Europeo. Conosco quello che ho fatto in questi due anni in Nazionale, il percorso che ho fatto con Conte, ho imparato a conoscerlo e adesso so quello che vuole dai giocatori sul campo. Io darò tutto me stesso e farò di tutto per essere al meglio, se e quando sarò chiamato in causa. Per me sarebbe un’emozione grande essere nei 23, dopodiché dovrei iniziare a dare il massimo per mettere in difficoltà il mister nelle scelte. Nella mia vita non mi hanno mai regalato niente e ho cercato sempre di guadagnarmi tutto sul campo e anche stavolta sarà così“.

Sulle possibilità azzurre all’Europeo: “Questa Nazionale può fare bene, nella testa può e deve giocarsela con tutti, anche con le squadre più forti Pensiamo giorno per giorno e partita per partita, perché quando si guarda troppo lontano non si va da nessuna parte. In Brasile, per esempio, dovevamo vincere il Mondiale già dopo la prima partita con l’Inghilterra e invece siamo usciti malamente. Ogni partita è una storia a sé, quindi concentriamoci su ognuna singolarmente e diamo il massimo. Lo stage a Coverciano? Mi sento come un bambino che comincia una nuova, grande avventura. Proprio come i bambini quando iniziano a giocare a calcio, con entusiasmo e divertimento, voglio vivermi quest’esperienza, convinto che questo atteggiamento ci possa portare a raggiungere il massimo possibile per questa squadra“.

Infine, qualche parola sul sociale, con particolare riferimento alla scuola calcio che porta il suo nome inaugurata domenica scorsa a Gallarate: “Sono contento di iniziare con il Torino Club Gallarate, dove sono cresciuto, questo progetto. Ho sempre voluto creare una scuola calcio perché voglio trasmettere ai bambini quello che è stato il mio percorso. Nei primi anni sarà mio papà a seguire tutto più da vicino, anche se io ci sarò sempre. Poi, quando smetterò di giocare a calcio, seguirò i bambini durante le partite e durante gli allenamenti. Voglio essere un presidente presente. Bisogna divertirsi, imparare a stare in gruppo, metterci entusiasmo e crederci sempre, perché se ti si chiude una porta, più avanti può aprirsi un portone. Io ci ho sempre creduto e ho sempre dato tutto me stesso, i risultati poi sono arrivati e continuano ad arrivare. Per me è un orgoglio avere dato il nome alla scuola calcio dove sono cresciuto, spero che i bambini possano seguire le mie orme. La prima volta che è stata indossata la maglia con il nuovo simbolo e il mio nome, mi sono emozionato“.

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