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Matteo Materazzi: “Di Padre in Figlio è stata la dimostrazione che il popolo c’è”. Poi su Prandelli…

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Ai microfoni di Radiosei, nella trasmissione “9 gennaio 1900”,  è intervenuto Matteo Materazzi, fratello del campione del mondo Marco Materazzi e figlio diell’ex mister biancoceleste Giuseppe Materazzi. Possiamo dire tranquillamente che la famiglia Materazzi rappresenta una piacevole conferma che la lazialità è un ideale che si trasmette “Di padre in figlio”. Proprio del bellissimo evento andato in scena lunedì sera ideato dal capitano Pino Wilson: “La serata di lunedì mi ha fatto capire che la gente laziale c’è nel momento del bisogno nonostante il momento che sta vivendo. Vedi una curva vuota in campionato poi a “Di Padre in Figlio”  vedi che tanto affetto e tanto amore scorrono ancora nelle parole del popolo laziale. Credo che alla fine ci vorrà una svolta, non so quale sarà ma mi piacerebbe uno stadio come lunedì“.

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LA SOCIETA’ –Io fossi in Lotito avrei teso la mano verso il popolo laziale. Non mi sarei presentato lunedì ovviamente perché non era gradito ai tifosi, però avrei cercato di far vivere la Lazio attuale e di far innamorare la Lazio attuale mandando una rappresentanza di giocatori che non sono in nazionale. Sì c’era Cataldi ma era l’unico ed era un’iniziativa personale. Potevi mandare Inzaghi e anche coloro che magari non hanno fatto benissimo, ma almeno davi un segnale

PRANDELLI: “Mi dispiace perché Inzaghi aveva fatto bene e potevi promuovere un ragazzo che si era mostrato all’altezza a livello giovanile e ora che aveva la possibilità di allenare una squadra di Serie A. E’ stato il migliore tra gli esordienti, vedi cosa è successo con Brocchi. Nessuno è riuscito ad imporsi e creare un gioco, anche se lui ha proseguito il percorso iniziato con Pioli ma la squadra ha imparato a giocare molto di più sulle fasce, c’è stato il ritorno in campo di Onazi…tante piccole cose che prima non c’erano e dimostrano che aveva carattere. Io avrei promosso lui. Prandelli invece non è più da tempo l’allenatore che era alla Fiorentina. Non è più un allenatore in rampa di lancio. Io da tifoso avrei preferito Mihajlovic, se proprio non volevi puntare su Inzaghi, oppure Ventura o Maran. Donadoni sarebbe stato il massimo. C’erano allenatori che si sono dimostrati validi nell’ultimo campionato e che potevano sposare il progetto Lazio. Per me è un incognita Prandelli, poi certo gli auguro tutto il bene perché il bene suo è anche il nostro, ma non mi fido. Sto con un occhio aperto e uno chiuso. Se sia un segnale della Lazio? Un segnale lo dai prendendo Lappadula e Pavoletti, cioè il miglior attaccante della Serie B e uno dei migliori della A, è li che vedi il lavoro della società, devi prendere quei 2. Io se fossi la Lazio mi muovere in quell’ottica li naturalmente scegliendo l’allenatore il mercato va fatto con le sue indicazioni“. La Lazio poche volte negli ha seguito le indicazioni del tecnico in ambito di mercato: “Tante società si muovono così, senza interpellare l’allenatore, ma secondo me è importante avere delle direttive. Tare negli anni ha fatto un ottimo lavoro, anche se ci sono stati alti e bassi. Dipende dall’aspetto economico.  Io non so la situazione della della Lazio, però vedo che ogni anno vanno via pezzi importanti e arrivano svincolati come Hoedt“.

 

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