Domenica sera Lazio e Fiorentina giocheranno la loro ultima partita stagionale. Entrambe le squadre non hanno più niente da dire al campionato: i viola chiuderanno la stagione al quinto posto, mentre i biancocelesti sono ottavi e hanno detto addio l’Europa League, “ufficialmente” già una settimana fa. L’unica cosa che rende questa partita degna di essere vista è che domani ci sarà il “Klose day“. Ebbene Sì, domani il panzer tedesco dirà ufficialmente addio alla maglia biancoceleste e lo farà cercando di fissare ancora di più il suo nome nella storia della Lazio cercando di superare il record di marcature dell’ex Goran Pandev (distante solo 3 lunghezze), l’ex che ha deluso tanti tifosi per il modo “discutibile” con cui ha voluto dire addio ai colori biancocelesti. Ma (a proposito di ex che hanno lasciato una ferita nel cuore) Lazio–Fiorentina è anche la sfida contro l'”EX” per eccellenza, colui che con con il suo addio ha ferito un intero popolo. Stiamo parlando di Mauro Matias Zarate. Impossibile, domani, possa essere una partita come le altre per lui: domani sarà in campo. Non ha mai giocato contro la Lazio e sarà un vera emozione. Sicuramente lo sarà per chi lo ha amato tanto.
IL CAMPIONE UMILE vs. IL BAMBINO VIZIATO – Mauro con il suo estro ha saputo fin da subito farsi amare. Con le sue giocate sopraffini e i suoi gol importantissimi (vedi quello della finale di Coppa Italia contro la Sampdoria), è diventato inevitabilmente l’idolo dei tifosi, soprattutto i più piccoli. Ma il talento argentino a causa del suo egoismo e del suo carattere ribelle (oltre la pessima guida di chi lo circondava nel suo periodo laziale) ad un certo punto non è più riuscito ad esprimersi come ci si aspettava. E così, cominciarono tutta una serie di problemi e polemiche che portarono inevitabilmente al suo addio. Una cosa è certa, se si voleva cercare nella Lazio un esempio di professionalità, di abnegazione, spirito di sacrificio ecc, insomma tutte doti che sono i grandi campioni hanno, bisognava cercare decisamente altrove. Non di certo in Maurito. Il vero Campione, con la “C” maiuscola, arriverà alla Lazio diversi anni dopo e avrà il nome di Miroslav Klose. Un mito della storia del calcio. Dal suo arrivo alla Lazio non si è mai seduto sugli allori (nemmeno quando è diventato campione del mondo e detentore del record assoluto di reti segnate nei mondiali), non si è mai specchiato nel successo e non è mai stato nemmeno per un secondo egoista. E’ stato sempre il primo ad arrivare agli allenamenti e l’ultimo ad andare via, cercando sempre di migliorarsi giorno dopo giorno. Sempre pronto a dare consigli ai più giovani, insomma il classico esempio da mostrare ai bambini che si avvicinano a questo sport. Miro è una leggenda atipica e lo sanno anche i suoi compagni.
La differenza tra i due? Semplice: di Miro si parlerà per sempre come di una leggenda che ha indossato al maglia della Lazio con gioia, umiltà dedizione, grinta e sudore per 5 anni come se fosse un giocatore qualsiasi, quando invece era un CAMPIONE DEL MONDO. Maurito invece, verrà ricordato sempre per il suo amore-odio, e quello che poteva essere e invece…NON E’…
Marco Lanari