Sergio Leone diceva di lui: “Ha soltanto due espressioni, con il sigaro e senza”. Eppure è stato proprio il grande regista a togliere Clint Eastwood dal giro delle comparsate e dei serial tv e a farne un vero divo.
Eastwood nasce a San Francisco, in California, il 31 maggio 1930, ma è in Italia, grazie agli spaghetti western di Leone, che conquista la popolarità. Grazie a film come “Per un pugno di dollari“, “Per qualche dollaro in più“ e “Il buono, il brutto e il cattivo“, diventa un simbolo, una icona indelebile nell’immaginario collettivo. Una volta tornato negli Stati Uniti continua a cimentarsi con il genere western e a raccogliere successi. Nel 1971 esordisce anche dietro la macchina da presa. Per diversi anni alterna semplici interpretazioni, spesso con registi esordienti, al lavoro di regista e autore dei suoi film. Nel 1986 vince le elezioni a sindaco della cittadina di Carmel, in California, e mantiene la carica fino al 1992. Nello stesso anno con il film “Gli spietati“ vince quattro premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia, e si consacra definitivamente non solo come uno dei più grandi attori americani ma anche come uno tra i più importanti registi. Nel 2000 riceve il Leone d’Oro alla carriera e la Mostra del Cinema di Venezia gli dedica un’ampia retrospettiva. Nel 2003 “Mystic River“ gli vale 6 nomination e 2 Oscar, uno a Sean Penn come migliore attore, l’altro a Tim Robbins miglior attore non protagonista. Nel 2004 è la volta di “Million Dollar Baby“, che riceve nel complesso 7 nomination e 4 premi Oscar, e nel 2006 il dittico su Iwo Jima: prima “Flags of Our Fathers“, poi “Lettere da Iwo Jima“ che comporta a Eastwood la decima nomination personale agli Oscar.