L’ex allenatore biancoceleste, Giuseppe Materazzi, è intervenuto sulle frequenze di LazioStyleRadio, per parlare del delicato momento della Lazio dopo la sconfitta nel Derby, l’esonero di Stefano Pioli, e l’avvento di Simone Inzaghi sulla panchina biancoceleste. Materazzi conosce bene il neo tecnico della Lazio: “Simone Inzaghi ha esordito con me in Serie A con il Piacenza e segnò il suo primo gol alla Lazio, è un segno del destino. Gli auguro di far bene con la Lazio anche se lo attendono partite difficili. All’inizio della sua carriera da calciatore era impensabile che avrebbe intrapreso la carriera da allenatore ma nel tempo ha dimostrato che è destinato a fare l’allenatore, prendendo in mano la Lazio ora ci sono grandi rischi ma speriamo che non si bruci. È giusto che Inzaghi ora trasmetta il proprio credo, i giocatori sono interessati a livello conoscitivo, hanno tutto l’interesse a dare il massimo“. Alla fine per Pioli è arrivato l’esonero: “Pioli è un grande professionista, anche lui è stato un mio giocatore ed è un ottimo allenatore“. La sconfitta nel Derby brucia ancora, soprattutto per il risultato pesante: “Ho visto il derby, nella ripresa i biancocelesti hanno subito due gol su tiri dalla media distanza, ma stava giocando solo la Lazio e la Roma cercava di difendersi. Ai difensori biancocelesti si può imputare solo l’errore di posizione sul primo gol di El Shaarawyi, era una situazione leggibile ma negli altri episodi è stata solo una casualità. Per il reparto difensivo si deve lavorare sull’attenzione ma è una questione di esperienza“. Anche se ad un certo punto la Lazio sembrava poter rientrare in partita: “Quando sei in svantaggio è più difficile rimontare il risultato perché la squadra avversaria si chiude. Felipe Anderson, Candreva e Klose non hanno giocato con continuità. Loro tre, lo scorso anno, hanno fatto la differenza, se ora la Lazio ritrova questi valori di conseguenza ritrova il contesto“. Tornando ad Inzaghi, lui conosce bene l’ambiente biancoceleste: “Inzaghi vive quotidianamente Formello, nello spogliatoio è sicuramente avvantaggiato, c’è grande fiducia in Simone. Ora dipenderà tutto da lui e dalla squadra, se riesce a fare ottime prestazione e se avrà credibilità da parte dell’ambiente, avrà la possibilità di andare avanti“. Infine sul ritiro: “Sono stato uno dei pionieri del ritiro di Norcia, negli anni è diventato un feudo biancoceleste. Si lavora bene, non va interpretato come un ritiro punitivo ma costruttivo per trovare serenità e tranquillità”.
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