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LA CRONACA – Juventus, c’est plus facile: 3-0 alla Lazio, biancocelesti sovrastati

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a cura-Inzaghi è già finita. Troppo forte la Juventus per una Lazio che contro la regina del campionato riesce ad opporre mezz’ora di onesto catenaccio per poi naufragare miseramente. Troppo brutta per essere vera: non la partita, ma la stagione intera. Pensare che da queste sei-sette partite potesse dipendere il futuro di Inzaghi alla Lazio era da ospedale psichiatrico, come ragionamento: la società scelga subito il tecnico che vuole, ma tenga presente il disastro compiuto lavorando su una rosa da terzo poso e faccia mercato come la Lazio merita. Più giocatori, meno filosofeggiare, unica ricetta per una Lazio di nuovo competitiva.

FORMAZIONI – Squadra che vince non si cambia: mai detto è stato più valido per la Lazio di Inzaghi. Due partite due vittorie, ma stavolta l’avversario è di ben altra caratura. Il tecnico comunque non rischia Basta, confermando l’attento Patric delle ultime due partite. Anche a centrocampo, la paventata chance per Milinkovic-Savic non si concretizza. C’è sempre Onazi al fianco di Biglia e Parolo; scelte obbligate invece in attacco: out Candreva e Matri e acciaccato Klose, Djordjevic e Felipe Anderson riprendono posto in squadra da titolari, accanto a Keita. Problemi anche nella Juventus con Hernanes che prende posto davanti alla difesa dopo il crack di Marchisio, per il resto in difesa Rugani viene confermato vincendo il ballottaggio con Evra ipotizzato proprio da Max Allegri in conferenza stampa.

ASSEDIO BIANCONERO – La legge del primo quarto d’ora che tanto ha tormentato Pioli in questa stagione non si concretizza, ma a volte gli episodi determinano anche un certo tipo di destino. Non soffre meno la Lazio al cospetto di una Juventus affamatissima di punti scudetto. Prima Marchetti è miracoloso nel respingere di piede una conclusione ravvicinata di Dybala, quindi una gran botta di Alex Sandro sfiora l’incrocio dei pali. Al 20′ Pogba, completamente solo davanti al numero uno biancoceleste, “cicca” clamorosamente il pallone, mancando la più facile delle occasioni. La Lazio è raccoltissima, orchestra un buon contropiede con Djordjevic alla conclusione da posizione interessante, ma il centravanti serbo viene recuperato da… Dybala. Segno della compattezza e della “fame” della Juventus su ogni pallone.

MANDZUKIC ALL’IMPROVVISO – La pressione della Juventus si fa sempre più sentire, anche se la Lazio argina bene difensivamente. Dybala scalda per due volte i guantoni di Marchetti da distanza abbastanza ragguardevole. In compenso i bianconeri fanno collezione di calci d’angolo. All’ennesimo tiro dalla bandierina, al 37′, Pogba si libera di Lulic in area (forse aiutandosi anche con una spinta) e crossa forte e teso nel mezzo dove Mandzukic trova la zampata giusta all’improvviso. Anzi, neanche tanto, visto il copione della partita, ma il vantaggio arriva in un momento in cui la Lazio sorniona pensava forse di poter ormai arrivare all’intervallo sullo zero a zero. Si chiude il primo tempo senza recupero e con Patric che finisce per primo sul taccuino dei cattivi per un fallo su Mandzukic.

FUORI PATRIC, MAZZOLENI FISCALISSIMO – Ad inizio ripresa Inzaghi toglie Parolo dal campo e cerca di aggiungere fisicità con l’ingresso di Milinkovic-Savic. L’inesperienza di Patric ad alti livelli costa subito un prezzo molto alto. Al 5′ una trattenuta su Dybala costa la seconda ammonizione, inflessibile Mazzoleni che è ancora più fiscale nel fischiare il rigore per un intervento di Gentiletti in area su Bonucci. Dybala dagli undici metri è implacabile e al 7′ della ripresa la Juventus si trova a condurre già due a zero.

FINALE SENZA STORIA, TRIS BIANCONERO – Inzaghi capisce che il momento è delicato e per mantenere in equilibrio la squadra inserisce Dusan Basta al posto di un impalpabile Felipe Anderson. Nonostante questa mossa gli spazi per i bianconeri si moltiplicano, al 19′ Khedira trova un varco sulla destra e serve Dybala che quasi indisturbato realizza il tris. Il finale di partita è una sorta di sfida all’ok corral tra Dybala e Marchetti, col portiere biancoceleste (capitano dopo l’ingresso in campo di Cataldi per Biglia) che nega il poker al bianconero. Juventus ormai con le mani sullo scudetto, ma si sapeva già. Lazio ormai senza obiettivi e sempre in balia degli avversari più forti, ma anche questo si sapeva già. Così come si sa benissimo un’altra cosa: nessuna pantomima su qualsiasi allenatore potrà offuscare questa squadra dall’esigenza di 6/7 innesti di valore in estate, pena un’altra stagione a metà tra l’umiliazione e il ridicolo come questa appena trascorsa.

Fabio Belli

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