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Innerhofer a Formello: “Da oggi sono anche io un po’ laziale. Ci vediamo ad Auronzo…”

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Diceva Long John Chinaglia: “Di Lazio ci si ammala inguaribilmente” e ancora una volta questa bellissima malattia ha colpito. Il contagiato questa volta è Christof Innerhofer. Lo sciatore olimpionico azzurro, questo pomeriggio, ha fatto visita al Centro Sportivo di Formello ed è intervenuto in diretta ai microfoni di Lazio Style Radio, 89.3 FM. Ecco le sue parole riportate sul sito ufficiale biancoceleste:

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Sono a Roma per una premiazione e un amico che ho conosciuto sul ghiacciaio, super tifoso della Lazio, mi ha portato qui a Formello. E’ stata una bella sorpresa, un bel regalo. Da oggi sono anche io un po’ laziale (ride, n.d.r). Ho ricevuto una maglia da gioco con il numero uno e il mio nome, autografata da tutti i giocatori. Avrà un posto speciale a casa mia. Ho già conosciuto molti giocatori, alcuni sono appassionati di sci quindi abbiamo chiacchierato non solo di tiri con il pallone ma anche di curve sugli sci. Ho parlato tanto con Parolo, era molto curioso avendo anche una casa in montagna. Mi ha chiesto i miei metodi di allenamento, se avessi finito la stagione o meno. Invece abbiamo ancora gli ski test, d’inverno ci alleniamo dalle sette di mattina alle dieci e mezza di sera senza mai fermarci, con una mezz’ora di pausa.

Warm Up, ricognizione, gara, interviste con la stampa, pranzo e fisioterapista. Il pomeriggio dobbiamo scaricare le gambe dall’acido lattico per averle poi più fresche, poi c’è l’analisi del video con un programma per vedere i dettagli e le differenze sia di linee che di tecnica e ci mettiamo un’ora e mezza ad analizzare tutto, poi ci sono le riunioni e poi prepariamo le cose per il giorno dopo e si va a letto. D’estate è un po’ diverso, ci alleniamo la mattina, sei o sette volte la settimana, e tre o quattro volte il pomeriggio. Ogni discesa ha una sua caratteristica, ci sono quelle veloci o meno veloci, più difficili o meno. A me piacciono quelle difficili, la mia forza è la tecnica. Per esempio, la parte alta di Kitzbuhel, è difficile i primi trenta secondi e gli ultimi venti. Beaver Creek è più ripida e tecnica da cima a fondo, c’è sempre da sciare con tanto movimento e azione. Forse le persone che non ci seguono pensano che, scendendo, non fatichiamo ma alla fine di una discesa arriviamo anche a 188 pulsazioni. Dobbiamo tenere tanta forza. Da piccolo, guardando le gare, il mio idolo era Alberto Tomba, ha vinto tutto e ha fatto venire voglia a tutti di andare a sciare e iniziare a seguire questo sport. Poi i miei idoli sono diventati i norvegesi, quello che mi impressionava era che erano sempre pronti per gli appuntamenti speciali. Per gli hobby noi sciatori abbiamo poco tempo, da agosto ad aprile giriamo continuamente dall’Argentina ai ghiacciai, d’inverno giriamo Austria, Svizzera, Germania. D’estate facciamo la preparazione atletica ed è poco tempo, ci alleniamo sia con la resistenza che con la forza-resistenza che con la forza, e non facciamo in tempo a finire che subito dobbiamo rimetterci in forma, ad agosto dobbiamo essere pronti. Non abbiamo tempo per la vacanza, però va bene così, o hai la passione e fai tutto al 100% o no. Per seguire tutti gli altri sport che mi piacciono c’è tempo, lo farò quando smetterò di sciare.

Sono contento di aver conosciuto il vostro mondo ed esser venuto qui, ci vedremo ad Auronzo quest’estate a Luglio”.

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