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Fiore: “Segnare al derby una gioia infinita. Punterei su Patric e Braafheid piuttosto che schierare…”

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Ai microfoni di Radio Incontro Olympia per parlare della stracittadina è intervenuto l’ex biancoceleste Stefano Fiore: “Ho giocato diversi derby con la maglia della Lazio, segnando anche un paio di gol contro la Roma, uno all’esordio nella stracittadina. La gioia è stata immensa, l’emozione della corsa sotto la Curva Nord me la porterò dentro per sempre. Ricordo che aldilà dei nomi, dei numeri e dei moduli, contava il cuore, contava la grinta, contava la passione. I ragazzi di Pioli dovranno mettersi alle spalle tutti i problemi vissuti in questa stagione, unirsi, compattarsi, guardarsi negli occhi e scendere in campo senza paura. L’emergenza per la formazione? Preoccupa, ma può diventare un ulteriore stimolo, può rappresentare un’ulteriore carica. In difesa, ad esempio, sulle fasce, seppur nella difficoltà, schiererei Patric e Braafheid piuttosto che Mauricio e Gentiletti. Lo spagnolo e l’olandese perlomeno sono giocatori di ruolo, oltre a contenere, possono assicurare quella spinta proprio sulle corsie esterne laddove la Roma attacca con grande qualità e difende con meno facilità. In avanti? Prima Matri poi Klose. Con Alessandro avrei maggiore movimento sia in fase di pressing sia in fase di possesso palla, cercando di disorientare soprattutto i due centrali giallorossi. Una volta sfiancati, a gara in corso, mi giocherei la carta della freschezza, della classe, dell’esperienza di Klose. Può essere la cosiddetta arma letale, il dodicesimo uomo che cambia la partita con un suo guizzo. Come il tedesco, anche Keita vedo bene come asso nella manica da buttare nella mischia nei secondi 45 minuti. Spero che il numero 14 laziale non venga sacrificato dalla società nel futuro mercato, al contrario dovrebbe esser considerato una delle certezze dalle quali ripartire, anche più di Felipe Anderson, che dopo averci strabiliato per 4 mesi nello scorso campionato, purtroppo si è perso e non si è mai più confermato. Pioli? Credo sia giunta al terrmine la sua parentesi a Roma, dall’esterno questa è la mia sensazione. Tuttavia, conoscendo bene Stefano, si concentrerà fino alla fine solo ed esclusivamente sul suo lavoro, poi si tireranno le somme e si vedrà…”.

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