Pasquino, la “voce anonima” del popolo romano, torna a farsi sentire ma questa volta non lo fa con i suoi soliti scritti contro gli sfruttatori e gli approfittatori bensì in una nuova versione, ma non per questo certamente meno ironica e tagliente di quella storica.
Imfatti in via di Panico, a Roma, passanti e turisti sono rimasti stupiti, interdetti e piacevolmente sorpresi da un fatto che, se non fosse per la vera origine della questione, sembrerebbe una barzelletta. Al posto di un’immagine mariana, tipica della devozione popolare, è stato posizionato con un fotomontaggio un ritratto di Madonna Louise Veronica Ciccone. Una foto in plastica e su misura, un lavoro ben svolto che deve aver richiesto un progetto, cura del prodotto finale e un’operazione notturna per la collocazione.
L’originale dell’immagine sacra, come ricordato in sito da una targhetta, venne tolta nel Giubileo del 2000 ma l’antica effige da allora non è mai stata più ricollocata al suo posto. L’edicola ottocentesca (1867) ritraeva una Madonna con Bambino e San Filippo Neri ma al posto dell’opera è apparsa Santa Madonna Ciccone. Sotto si continua a leggere la scritta “Exaltavit Humiles”, legata all’apostolato di san Filippo Neri.
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on si tratta di sacrilegio ma di una provocazione perché il vero sfregio è stato quello di sottrarre un pezzo di storia della città. Santa Madonna Ciccone è ritratta mentre ride, il messaggio è chiaro. Ora spetta alla soprintendenza capitolina, che nel suo sito calcola 522 edicole sacre, svelare dove sia finita l’immagine scomparsa. Se fosse sparita per qualche ragione oscura o se si temesse di rimetterla per paura di un furto sarebbe giusto sostituirla con una copia. Sicuramente meglio una copia che Santa Madonna Ciccone, che sta lì a ridersela, alla faccia dei romani.