C’è necessità di rifondazione e a parte qualche elemento che costituirà la spina dorsale della “Nuova Lazio”, ogni reparto verrà inevitabilmente riformato, nessuno escluso. Anche la gestione tecnica è sotto esame, per questo Inzaghi farà di tutto per confermare di essere l’uomo giusto al posto giusto e guadagnarsi la conferma per la prossima stagione. Proprio dell’attuale allenatore biancoceleste ha parlato ai microfoni de “Il tempo” Massimo Cragnotti, ex Direttore generale biancoceleste e figlio del grande presidente Sergio Cragnotti. Inzaghi fu uno dei suoi primi colpi di mercato. Un affare vero, un investimento per il futuro, 30 miliardi di lire al Piacenza per un giovane di 23 anni. Massimo Cragnotti spera in un futuro ricco di successi, è rimasto legatissimo alla Lazio.
Cragnotti, si ricorda la trattativa per portare Inzaghi a Roma?
“Assolutamente, Roberto Mancini lo volle a tutti i costi, pagammo un prezzo molto alto, circa 30-40 miliardi di lire. Credevamo molto nel giocatore, aveva grandi prospettive e noi stavamo iniziando ad investire sui giovani”.
Aveva già intravisto in lui qualità come futuro allenatore?
“Ricordo benissimo che già da calciatore aveva un grande intuito e sapeva posizionarsi sul campo in modo impeccabile. Avevamo notato tutti delle caratteristiche particolari, le possibilità di vederlo un giorno in panchina c’erano fin dall’inizio”.
Che tipo di rapporto aveva con Simone Inzaghi?
“Buono. Mi è capitato di incontrarlo ultimamente ed è stato molto piacevole parlare della mia Lazio. Anche suo fratello Pippo l’ho visto la scorsa estate a Formentera, ho conosciuto una persona veramente squisita”.
Crede possa far bene sulla panchina biancoceleste?
“Spero proprio di sì, conosce a memoria ambiente e calciatori, questo è sicuramente un buon punto di partenza. Gli auguro veramente di togliersi tante soddisfazioni“.
Massimo Cragnotti il prossimo anno ripartirebbe da Inzaghi?
“Assolutamente, a prescindere dai risultati. I presidente ormai investono sui giovani allenatori, vedi il Milan con Brocchi, sia per necessità di bilancio ma anche per formare nuovi mister. Ormai i grandi come Lippi, Capello o Trapattoni sono fuori dal giro”.
Se lo aspettava così bravo Simeone?
“È un grande uomo, è stato un calciatore straordinario ed è un allenatore fantastico. Quando arrivò portò una mentalità vincente, la Lazio cambiò all’improvviso. E infatti vincemmo lo scudetto. Mi capita spesso di rivedere il suo gol contro la Juve: spettacolare”.
Ha nostalgia di quella Lazio stellare?
“Ho avuto la fortuna di seguire la società e poi di lavorarci come direttore generale per molti anni. Ovvio, quei momenti mi mancano tanto, ma la cosa che mi rattrista di più è l’impossibilità di riportare la Lazio a grandi livelli. Vedere la Lazio di oggi mi duole molto. Chissà un giorno”.
Come si comporterebbe lei per ricompattare l’ambiente?
“Non conosco bene i problemi, sicuramente però i risultati aiuterebbero. Spero con tutto il cuore che Inzaghi diventi il simbolo di questa Lazio”.
Come sta suo padre?
“Bene, è più attivo di prima. Spesso vediamo e commentiamo le partite insieme. Sarebbe strano il contrario visto che entrambi abbiamo la Lazio nel cuore“.