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Il calcio secondo il “Cholo”

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Dopo il grande risultato ottenuto ieri sera a spese del Barcellona, l’allenatore dell’Atletico Madrid, Diego Pablo Simeone si è concesso ai microfoni di As dove ha illustrato la sua idea del calcio.

L’ex biancoceleste, ancora oggi uno dei sogni per ora irrealizzabili dei sostenitori laziali, ha ancora una volta confermato la sua interpretazione del calcio. E, le sue parole, per l’ennesima volta rispecchiano in tutto per tutto quello che era il Cholo da giocatore, un calciatore che faceva della grinta e dell’abnegazione alla causa il suo marchio di fabbrica: “Ho chiesto ai miei calciatori di mettere in campo tutto ciò che avevano: cuore, testa e gambe. Il risultato finale non avrebbe avuto importanza ma ciò che contava davvero era essere preparati e pronti a fare la guerra per 95′ minuti. A fine partita ho festeggiato sia con la squadra che con tutto il popolo del Vicente Calderon, perché squadra e tifosi, hanno fatto ciò che gli avevo detto di fare. Avete visto Godin? Suarez gli ha sferrato un pugno in un occhio ma lui non si è dato per vinto, ha continuato a stare in campo e a lottare con un occhio gonfio e nero. Al termine dell’incontro non ci vedeva più ma ha creato un muro fino all’ultimo secondo. Felipe Luis a fine partita era morto ma si è fatto la fascia non so quante volte. Saul ha continuato a lottare anche quando la palla sembrava persa, in più è stato anche l’autore dell’assist per il gol di testa di Griezmann, che a sua volta si è andato a prendere un fallo laterale inimmaginabile nel momento più insperato. In questo sport ci vuole passione. Io pretendo questo dai miei ragazzi e questo è ciò che devono dimostrarmi. Il resto non conta. I nostri tifosi sanno e possono star sicuri che fino a quando sarò io l’allenatore di questa squadra non dovranno mai preoccuparsi perché i miei calciatori daranno sempre il 100% di quello che hanno nella testa, nel cuore e nell’anima“.

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