Continua in casa Lazio il tour nelle scuole per l’iniziativa “Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport“. Questa mattina, a fare tappa alla Scuola Primaria ‘Alessi‘ di Roma, sono stati Onazi, Candreva (per leggere le sue parole clicca qui), Braafheid e Patric, di seguito le loro dichiarazioni riportate da lalaziosiamonoi.it in risposta alle domande degli studenti:
Onazi: “La violenza e l’intolleranza negli stadi? Per me siamo tutti uguali, non c’è diversità. Personalmente prego sempre, prima e dopo la partita. I cori contro Koulibaly non li trovo razzisti, perché anch’io sono di colore ma mi ritengo come gli altri. E poi succede allo stadio di essere fischiati e criticati, è capitato anche a me e ai miei compagni. Prima del calcio non avevo neanche le scarpe per giocare, ho fatto enormi sacrifici per comprarle e ora ringrazio Dio per quello che ho e che sono riuscito a fare. Se potessi, tornerei volentieri a scuola, perché mi ci divertivo molto“.
Braafheid: “È sempre importante riuscire a controllarsi, a gestire le emozioni, i sentimenti e gli istinti, anche quando si perde. Razzismo? Quando gioco sono concentrato su quello e non bado molto a ciò che dice il pubblico. Provo però profonda pietà per chi fa certe manifestazioni di razzismo. La scuola all’inizio era più importante per i miei genitori, perché io pensavo solo a giocare. Poi ho capito che è la base di tutto e del futuro, quella su cui si costruisce la propria vita“.
Patric: “Sono un terzino, ma mi piace molto spingere in avanti, anche se sto imparando anche a difendere. Quando sono arrivato qui ero un calciatore diverso, adesso sto migliorando piano piano per farmi trovare pronto. Sono felice qui: dopo essere stato tre anni al Barcellona, mi hanno proposto la Lazio e ho accettato perché è un grande club. A scuola volevo sempre andarci per trovare i miei amici, mi divertivo tanto. Con la crescita però tutto diventa più diverso“.