Inquietanti retroscena emergono sull’omicidio di Luca Varani, il ragazzo brutalmente ucciso sabato 5 Marzo a Roma. Marco Prato e Manuel Foffo, fautori omicidii e spietati, che hanno avuto il ruolo di interpreti in questo horror dove droghe e alcool diventano sempre più “componenti ingestibili della movida notturna”, si stanno scontrando su più fronti.
L’interrogatorio avvenuto a Regina Coeli, dal Gip Riccardo Amoroso, ha confermato la loro distinta e differente posizione circa lo svolgimento dei fatti, che ha poi convalidato i fermi ma senza contestare la premeditazione.
DIFESA FOFFO – Michele Andreano, legale di Foffo uscendo dal penitenziario ha dichiarato che “è stato Marco a dare il colpo finale e lo ha ribadito oggi con dovizia di particolari” poi ha proseguito: “c’era un contesto sessuale ma il movente non è ancora uscito fuori. Il mio assistito continua a ripetere che non sa perché lo hanno fatto”. Secondo quanto riferito dall’avvocato, “le cose non sono andate come è stato detto fino ad oggi. Manuel ha confermato che al momento del delitto erano solo loro due. Ha indicato tanti e tanti testimoni che sono andati all’interno di questa abitazione. Qualcuno è arrivato ed andato via, gente è stata chiamata ma non è andata”. Andreano aveva già detto: “Come primo atto chiederò l’esame tossicologico per il mio assistito, per valutare il livello di sostanze stupefacenti presenti nel suo corpo. Oggi, comunque, il pensiero va alla famiglia di Varani per la tragedia che li ha colpiti”.
DIFESA PRATO – Opposta la replica del legale Pasquale Bartolo, rappresentante di Marco Prato: “Non è stato lui ad infliggere il colpo finale, la coltellata al cuore a Varani, si è mostrato pentito e sta come può stare un ragazzo che ha appena tentato il suicidio. So che ha scritto una lettera prima di tentare il suicidio, dei messaggi ma non so nulla, non la ho ancora tra gli atti”.
“Solo perché volevamo uccidere per vedere che effetto faceva“
Riecheggia raggelando tutti la frase pronunciata dai due subito dopo essere stati catturati. Luca Varani, 23enne è stato adescato, torturato e trucidato in modo bestiale a colpi di martello. Non ha avuto modo di reagire ne di chiamare aiuto in quanto gli erano state recise le corde vocali per non farlo gridare, dopo averlo stordito con una mistura di farmaci e metadone. Il festino maledetto nel quale si trovava, in un appartamento al Collatino, est di Roma, il malcapitato era sostanzialmente un appuntamento al buio con la morte. Nel mirino dei due studenti infatti erano entrate altre 22 persone che hanno rischiato di fare la fine di Varani. In totale, 23 messaggi identici sono stati inviati dai telefonini di Manuel Foffo e di Marco Prato ad altrettanti ragazzi per invitarli all’appuntamento con la morte nell’appartamento al Collatino: solo Luca ha risposto.