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n un Olimpico deserto e annacquato, la Lazio mostra il suo volto peggiore, quello tipico del campionato. Ne approfitta un Sassuolo non straordinario ma ordinato, che sembra aver dimenticato il momento difficile vissuto a inizio girone di ritorno e che infila la seconda vittoria consecutiva dopo un periodo di magra. Se risulta complesso abbozzare un’analisi tattica di un primo tempo nel quale giocare il pallone rasoterra assumeva i contorni dell’impresa, nella ripresa è emersa tutta la differenza tra una formazione solida e una che da troppo tempo vive solamente di lampi episodici delle sue stelle o presunte tali.
SQUILIBRIO ENORME – Mentre in Europa la squadra continua a marciare, in campionato la Lazio è alla quinta partita senza segnare nelle ultime sei uscite. Il tutto mentre la difesa riprende a manifestare lacune spaventose, con un Mauricio dannoso e un Bisevac che si sta via via adeguando al livello generale. Un problema che diventa insostenibile se davanti c’è un tridente con le idee chiarissime, in cui Defrel sta gradualmente riprendendo confidenza con il gol, ispirato sapientemente dal solito Sansone, giocatore magari non troppo appariscente ma di grande qualità. Senza dimenticare Berardi, a segno dal dischetto – come nel match d’andata – in una serata che lo ha visto andare vicinissimo alla doppietta. Un successo pesantissimo per il Sassuolo, che ora proverà a tornare in corsa per l’Europa ospitando il Milan al Mapei Stadium nel prossimo turno: in caso di vittoria, i neroverdi andrebbero a sole tre lunghezze dal Diavolo.
Fonte : La Repubblica