Negli ultimi tempi sono molte le frodi sull’olio che si acquista dai rivenditori. Olio che arriva dall’estero ma che poi viene spacciato per italiano. Per garantire e tutelare i consumatori però finalmente qualcuno e qualcosa si sta finalmente dando da fare. E’ il caso della Coop che, per tutelare i propri clienti e i propri marchi, sta ultimamente utilizzando un naso elettronico anticontraffazioni in grado di riconoscere, attraverso un’impronta digitale aromatica, l’olio 100% prodotto nel nostro paese. Come spiegato da Chiara Faenza, Responsabile Sostenibilità e Innovazione Valori Direzione Qualità-Coop Italia, all’Adnkronos: “Stiamo utilizzando uno strumento che è un gas-cromatografo a doppia colonna in grado di individuare, con certezza, se si tratta di olio italiano, utilizzato come naso elettronico”.
Dopo un anno di analisi effettuate dal laboratorio di Coop Italia, “Heracles II“, questo il nome dello strumento, si è dimostrato in grado di poter verificare l’origine dell’olio extravergine di oliva a marchio Coop, “100% italiano”. Una verifica importantissima a fronte di una stagione complicata in cui la produzione di olio italiano è stata al di sotto dei soliti standard a causa della stagionalità e della mosca dell’olivo, l’emergenza Xylella, che ha colpito gli ulivi del Salento.
Ma come funziona questo strumento? Il naso elettronico viene “addestrato” ad annusare oli italiani di provenienza certa attraverso l’identificazione delle sostanze volatili assegnando un profilo aromatico utile alla classificazione dei prodotti. Il gascromatografo viene abbinato inoltre a un potente software che analizzando statisticamente i risultati ottenuti riesce a discriminare i vari tipi di olio.
Come spiegato ancora dalla Faenza: “Si è costruita così una banca dati, con validità scientifica, che è stata realizzata in collaborazione con le Università di Udine, Bologna e Barcellona”. Lo strumento rivela l’impronta aromatica di un determinato olio standard che, insieme ad altri campioni con le stesse caratteristiche, costruisce un modello di riferimento. I campioni immessi sul mercato, di cui l’origine è incerta, possono essere confrontati con questo modello per vedere se ci sono o meno corrispondenze. La Coop Italia, grazie all’avanguardia del suo laboratorio scientifico di Casalecchio di Reno, utilizza sin dal 2013 questo strumento per l’olio e ora lo sta estendendo anche ad altri prodotti che corrono il rischio di contraffazioni, come per esempio il miele, sul quale si stanno conducendo indagini simili. Ma le frodi e le sofisticazioni possono riguardare anche altri prodotti e per individuare l’eventuale presenza di ogm, esclusi in maniera assoluta dai prodotti a marchio Coop, gli esperti hanno affinato una tecnica che si basa sull’analisi del Dna che viene utilizzata soprattutto per il riconoscimento di specie ittiche e che si rese molto utile quando ci fu lo scandalo delle lasagne con il ragù di carne equina. Questa tecnica è capace anche di individuare il latte vaccino nelle mozzarelle di bufala o nelle ricotte di pecora e capra.